Uomini che odiano le donne | Stieg Larsson

Gialloliva | Trasmessa il: 11/26/2007




Parlavamo, nelle scorse settimane, di “mattoni”, di volumi – cioè – capaci di impres­sionare l'aspirante lettore già in libreria con la loro mole e il numero delle pagine.  In questo campo, il record stagionale è detenuto senza dubbio dall'ultimo romanzo di Ken Follett, che supera ampiamente le 1350, ma, per fortuna, non si tratta di un gial­lo e in questa sede siamo autorizzati a ignorarlo.  Appartiene invece a pieno diritto al nostro genere preferito questo Uomini che odiano le donne di Sieg Larsson, prima parte di una trilogia che il suo autore, un brillante giornalista di assalto svedese, ha dedicato al mondo della stampa economica e delle indagini riservate e che è riuscito a completare appena prima della sua prematura scomparsa.  È un romanzone di 676 pagine, in cui si racconta di come Mikael Blomkvist, un giornalista altrettanto brillante del suo creatore, del quale è probabilmente una incarnazione, si faccia incastrare da una falsa fonte, venga condannato per diffamazione ai danni di un potente capitalista locale e, nella necessità di sparire momentaneamente dalla circolazione, si lasci con­vincere ad accettare un incarico assai poco promettente, quello di scoprire, se ci rie­sce, che fine abbia fatta l'amatissima nipote di un altro pezzo grosso dell'industria e della finanza svedesi, scomparsa senza lasciare traccia di sé quarant'anni prima, a sedici anni di età.  La situazione, dal punto di vista del giallista esperto, è ancora meno promettente dell'incarico, nel senso che le indagini nel passato, nonostante i loro illustri precedenti (si tratta di un genere prediletto dalla stessa Agatha Christie), tendono a essere irrimediabilmente noiose, ma questa volta non è vero.  Tanto per cominciare, i primi tre quarti del romanzo, in cui il protagonista indaga effettivamente nel passato, sulle carte e sui rapporti di polizia superstiti, servono soprattutto a dare una descrizione straordinaria di una famiglia allargata di grandi industriali – una spe­cie di Buddenbrock svedesi contemporanei – ciascuno dei cui componenti ha la sua dose di misteri da nascondere.  Poi Blomkvist non agisce da solo: al suo fianco, da un certo punto in poi, c'è Lisbeth, giovanissima hacker di impostazione strettamente punk, la cui presenza dà tutto un altro aspetto alla storia.  E poi, verso pagina 450, il protagonista è fermo sulla riva del mare a meditare sul poco che è riuscito a scoprire quando qualcuno si mette a sparargli addosso, per cui capisce che forse ha scoperto qualcosa di più di quanto non creda e la narrazione prende un piglio assolutamente spedito, fino a un sottofinale da sballo e a un finale assolutamente imprevedibile.   Il fatto è che Larsson ha una grande capacità di coinvolgere il lettore, nonostante la lentezza di ritmo che le dimensioni e il genere dell'opera inevitabilmente comportano.  La sua è una descrizione assolutamente realistica del mondo svedese contempora­neo, del quale mette a nudo non poche magagne, e al tempo stesso un'analisi delle sue origini, che non trascura il problema, già affrontato dall'ultimo Mankell, del filona­zismo della Svezia prebellica.  Un gran bel romnzone, insomma, da affrontare senza lasciarsi impaurire dal numero delle pagine.



26.11.'07


Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne (Män som hatar kvinnor), tr. it. Carmen Giorgetti Cima, "Farfalle" – Marsilio, pp. 676, € 19,50