Una questione di sangue | Ian Rankin

Gialloliva | Trasmessa il: 02/21/2006



A prima vista non sembra che il nuovo caso che tocca agli investigatori della stazione St. Leonard della polizia del Lothian and Borders (come a dire della contea di Edinburgo) sia particolarmente complesso.  Un ex militare delle squadre speciali è entrato armato in una scuola cittadina, ha fatto secchi due studenti, ne ha ferito un terzo e, nessun dubbio in merito, si è immediatamente sparato.  Ma, certo, bisogna capire il perché del tragico gesto e nessuno sembra avere le idee troppo chiare in proposito, tanto più che su un’imbarcazione di proprietà del defunto è stata trovata una bella dosa di droga e la polizia militare sta cercando evidentemente qualcosa che con la sparatoria non c’entra affatto.  L’ispettore Rebus, che per queste cose, lo sappiamo, ha un fiuto speciale è un po’ ostacolato da certi problemi personali: si ritrova con le mani ustionate fino ai polsi e i superiori non possono fare a meno di chiedersi come abbia fatto a conciarsi così, tanto più che un piccolo delinquente locale, con cui l’ispettore aveva avuto a che dire perché aveva minacciato la sua protetta, il sergente Siobhan Clark, è stato trovato bruciato vivo nel suo appartamento.  Per di più una delle vittime è un lontano parente dell’investigatore, il che crea un conflitto di interessi apparentemente insostenibile.  Ma sapete anche voi come è fatto il protagonista dell’ormai notissima serie di procedural scozzesi di Ian Rankin: è ostinato, ribelle e del tutto indifferente alle norme vigenti, per cui sui butta lo stesso, con la in dispensabile collaborazione di Siobhan,  in una delle sue tipiche indagini, una storiaccia sgradevole, piena di svolte cieche e di complicazioni superflue, in una Edinburgo ritratta con il più spietato realismo noir, senza cedere nulla al pittoresco o al bozzetto di provincia, in un giro di piccoli delinquenti, spacciatori, trafficanti di armi, bande giovanili e quant’altro la globalizzazione incombente può comportare anche lassù.  È un personaggio strano, questo Rebus: interpreta il classico ruolo dell’investigatore solitario e insubordinato, così tipico del poliziesco contemporaneo, con una ferocia e una determinazione che è difficile ritrovare nei suoi molti colleghi e che non lo rendono neanche particolarmente simpatico agli occhi dei lettori, ma si salva in extremis proprio per la sua capacità di accollarsi sofferenze e antipatie in nome della ricerca di una verità che sarà elusiva e sgradevole quanto si vuole, ma evidentemente è indispensabile al suo difficile equilibrio mentale.  Anche in questo caso, naturalmente, la soluzione giunge impeccabile e del tutto imprevista, dimostrando come tutti, ma proprio tutti, cittadini modello, giovani sbandati, autorità civili e militari abbiano le loro magagne da nascondere… e che ci riuscirebbero benissimo se non fosse per l’anomalia rappresentata dall’investigatore del giallo.  Che è un dato risaputo, naturalmente, ma nella cupa atmosfera calvinista che Rankin riesce a creare assume un’intensa sfumatura di verità e di speranza.

21.02.’06

Ian Rankin, Una questione di sangue (A Question of Blood, 2003), tr. it. di Anna Rusconi, "La gaja scienza" – Longanesi, pp. 450. € 17, 60