Fa piacere, ogni tanto, ritrovare,
sia pure in versione aggiornata, un personaggio classico della storia del
giallo come l’investigatore privato e tutto quello che la sua figura comporta:
l’esaltazione dell’impegno individuale, il contrasto con l’indifferenza
e la corruzione delle istituzioni, la concezione della giustizia come oggetto
di una ricerca soprattutto personale, insomma, quell’insieme di motivi
sottilmente anarchici che, in ultima istanza, contraddistingue un genere
che a prima vista si direbbe tutto schierato dalla parte della legge e
dell’ordine. A questa figura tradizionale, ma sempre disponibile
a ogni genere di sviluppi, si è rivolto, per il suo primo giallo, il nostro
autore di oggi: Peter Spiegelman, americano, ex operatore a Wall Street
e specialista in software finanziario. Il romanzo si intitola Black
Maps, anche se la Garzanti lo presenta come Un ricatto rosso sangue,
e riesce a fondere i temi dell’hardboiled con gli intrighi bancari che
la competenza dell’autore lascia da subito immaginare. John March,
il protagonista, è una bella figura di investigatore solitario, che cerca
di tirare avanti come può in mezzo ai rituali e alle insidie della New
York contemporanea e – in particolare – in quel nido di vipere rappresentato
dal mondo degli affari e degli investimenti. Lo conosce bene, perché
anche i suoi fratelli lavorano nel ramo e non si stancano, anzi, di proporgli
di entrarci anche lui, tanto per sottrarlo a quella sua imbarazzante posizione,
socialmente tanto ambigua, ma lui è ostinatamente legato alla sua indipendenza
e ai suoi ricordi. Lo incaricano di scoprire chi sta ricattando un
brillantissimo yuppie minacciando di rivelare i suoi rapporti di
un tempo con un finanziere un po’ troppo disinvolto e il caso, che all’inizio
si presentava come assolutamente di routine, svolta subito nel nero
più nero che si possa immaginare. Spiegelman si rivela capace di
creare, a partire da premesse, tutto sommato, poco incoraggianti, una solida
storia di tensione, che sfocia in un finale a sorpresa particolarmente
articolato. Insomma, un giallo moderno che, pur evitando quasi tutti
i cliché correnti, dimostrando che la struttura base del genere regge ancora
benissimo. Del che possiamo essere grati all’autore.
06.06.’05
Peter Spiegelman, Un ricatto rosso sangue (Black Maps, 2003), tr. it. di Gianni Pannofino, "Narratori moderni" – Garzanti, pp. 411, € 18,00