Un miracolo nel Botswana | Alexander McCall Smith

Gialloliva | Trasmessa il: 05/24/2010


    La signora Precious Ramotswe, titolare e investigatrice in capo della Ladies' Detective Agency di Gaborone, Botswana, non è certamente la “Miss Marple africana”, come io non mi stancherò di ripetere a ogni recensione e gli editori italiani non si stancano di definirla negli strilli di copertina di ogni nuovo romanzo di Alexander McCall Smith. Glielo impediscono la condizione famigliare e l'aspetto, trattandosi, non che di una fragile vecchia zitella, di una florida matrona di “corporatura tradizionale africana”, come dice lei, per non dire del tipo di casi su cui le capita di indagare, casi in cui sono rigorosamente assenti i delitti e i fatti di sangue e abbondano i piccoli problemi della vita di tutti i giorni, le avventure e disavventure familiari di una piccola comunità come quella che può trovarsi nella capitale del Botswana e nei suoi immediati dintorni, osservati e descritti, con un pizzico di umorismo, da un osservatore esterno – l'autore, ricorderete, è scozzese, anche se ha vissuto a lungo da quelle parti – ma simpatetico. I misteri da risolvere in questa settima o ottava puntata della saga non sono certamente tali da mettere in difficoltà Scotland Yard, o il suo equivalente di Gaborone: non vanno oltre una brutta storia di lettere anonime e il caso, piuttosto patetico, di una giovane donna adottata che vuole ritrovare i suoi parenti d'origine. Ci sono, in compenso, altri motivi d'interesse, forse più coinvolgenti: la signorina Makutsi, assistente e investigatrice aggiunta, ha fatto un nuovo, decisivo passo sulla via del matrimonio con il ricco signor Radiphuti facendosi regalare un pregevole letto misura king size, con tanto di testiera in velluto rosso a forma di cuore, anche se poi è stata tanto sbadata da lasciarlo esposto alle piogge tropicali, e – soprattutto – il marito della signora, JBL Matekoni, ha sentito dire da fonte attendibile che esiste una vaga possibilità che un'operazione in una clinica specializzata del Sudafrica possa restituire l'uso delle gambe alla figlia adottiva, da sempre confinata su una sedia a rotelle. Può essere un'illusione, ma chi gli può impedire di fare il tentativo? Insomma, va in scena una volta di più la commedia umana del piccolo mondo di Zebra Lane, un piccolo mondo che esprime al meglio le caratteristiche di un paese povero ma dignitoso, sospeso tra una modernità di vago stampo britannico e il radicamento nei costumi tradizionali, ma capace di conservare, per ora, quell'equilibrio che troppi suoi vicini hanno mandato all'aria. Nonostante la professione della protagonista e la ragione sociale della sua impresa, ci vuole un poco di buona volontà per considerare davvero dei gialli i libri di McCall Smith, compreso questo Miracolo nel Botswana, ma, naturalmente, nessuno di noi è schiavo dei generi e l'importante è che si facciano leggere. Sul che, vi assicuro, non ci sono dubbi.
24.05.'10



    Alexander McCall Smith, Un miracolo nel Botswana (The Miracle at Speedy Motors, 2008), tr. it. di Stefania Bertola, "Narratori della Fenice", Guanda, pp. 237, € 15,50