Ultima corsa | Richard Stark (Donald E. Westlake)

Gialloliva | Trasmessa il: 01/12/2009


    Il 2008 se n'è andato portandosi con sé uno dei grandi autori del genere: quel Donald E. Westlake a tutti noto come il maestro indiscusso del giallo comico (una variante, credete a me che ci ho provato, tra le più difficili da affrontare), il creatore di Dortmunder e della sua allegra banda di scassinatori, le cui imprese ci deliziano dai tempi degli Ineffabili cinque (meglio noto con il titolo cinematografico di La pietra che scotta), che è del 1970. Westlake, tuttavia, non si dedicava esclusivamente al sottogenere che l'ha reso famoso: professionista coscienzioso e infaticabile aveva iniziato fin dal 1962 con Anonima carogne (The Hunter) la serie incentrata sul personaggio di Parker, implacabile e ferocissimo rapinatore, i cui romanzi apparivano sotto lo pseudonimo di Richard Stark (di altri personaggi e altri pseudonimi, che pure esistono, non è il caso qui di parlare). Contrariamente alle convenzioni correnti, le imprese ladresche di Parker riuscivano quasi sempre, proprio come quelle di Dortmunder e soci, pur organizzate con la stessa ingegnosa meticolosità, regolarmente fallivano, ma a parte questo stile e atmosfera delle due serie erano talmente diversi che ci vollero parecchi anni prima che i lettori capissero che Westlake e Stark erano la stessa persona. Eppure, a saperli leggere, i due cicli avevano (e hanno) almeno due elementi importanti in comune: il gusto per le trame complesse e perfettamente organizzate e una spietata impostazione realistica, capace, però, di mettere in evidenza i lati grotteschi e paradossali della società americana contemporanea. A Dortmunder e ai suoi, in fondo, non ne va mai bene una perché, da ingenui malavitosi newyorkesi quali sono, si ostinano a credere che l'America sia quella che sostiene di essere, non si rendono conto del fatto che dagli anni '60 in poi le regole sono implicitamente cambiate, per cui sotto le spoglie di un esperto afroamericano di casseforti può nascondersi un militante delle pantere nere e il dirigente di una multinazionale può essere benissimo in contatto con i killer più pericolosi. Parker, d'altro canto, non crede a nessuna regola e a nessun luogo comune e a questa specie di impassibilità intellettuale deve i suoi sorprendenti successi.
    Oggi diamo l'addio a Westlake ricordando il suo ultimo romanzo pubblicato (un paio di mesi fa) in Italia: si intitola, appropriatamente, Ultima corsa, ed è una storia di Parker. Il quale, per una volta, si trova – in apertura – nei guai fino al collo, braccato da ingenti forze di polizia, senza armi e senza documenti, costretto alla fuga nei boschi... per fortuna che il primo a raggiungerlo è un tale che ha bisogno di un professionista per realizzare un certo suo progetto esistenziale, la rapina a un ippodromo dalla cui direzione ha motivo di dolersi. Ma siccome le ricerche tutt'attorno fervono pericolosamente, il modo migliore per venirne fuori per il nostro sarà quello di aggregarsi alla posse di cittadini, onesti ancorché un poco sanguinari, che collaborano con la polizia con l'obiettivo di fargli la festa. E siamo appena all'inizio. Un colpo d'ala tipicamente westlakiano che dà l'avvio a un romanzo impeccabile come sempre e peccato solo che, salva la possibile presenza di qualche inedito postumo, sia l'ultimo. Addio Donald e Richard, ci mancherete.

    12.01.'09
    Richard Stark (Donald E. Westlake), Ultima corsa (Ask the Parrot, 2006), tr. it. di Silvia Castoldi e Marco Passarello, "I Misteri" – Alacràn, pp. 227, € 16,00