Uccidete il drago | Leif CW Persson

Gialloliva | Trasmessa il: 06/27/2011


    Anche il lettore più ligio al modello ortodosso di giallo svedese – un sottogenere di cui in Italia, quest'anno, non abbiamo certo sentito la mancanza – si sentirà in un certo modo sollevato di fronte al commissario Bäckström di Leif GW Persson, che è quanto di più dissimile si possa immaginare dai malinconici investigatori dal volto umano che, dai tempi dell'ispettore Martin Beck, a quelle latitudini sogliono condurre le indagini. Cinquantenne, grassoccio, non sempre onestissimo, cultore accanito dei principali pregiudizi vigenti su donne, diversi e stranieri, mangiatore impenitente e ubriacone inveterato nonostante qualsiasi prescrizione medica, antipaticissimo a tutti, è stato spedito in esilio presso il reparto oggetti smarriti della polizia di Stoccolma, ma, per evitare complicazioni sindacali, lo richiamano a malincuore in servizio attivo, assegnandolo alla squadra investigativa della centrale di Solna, a ovest della capitale. Ivi, tanto per fargli fare qualcosa, gli viene affidato un caso di cui, a prima vista, non se ne potrebbe trovare uno più banale, l'uccisione di un altro ubriacone di quelli tosti, che, un nullafacente che con ogni evidenza, è stato fatto fuori da un collega di bevute, probabilmente incontrato in uno dei campi da corse che era solito frequentare. Ma il nostro eroe, per antipatico che sia, è tutt'altro che sciocco e con la collaborazione di un'altra investigatrice un po' anomala, l'agente Annika “Ankan” Carlsson, trentatré anni, bella, robusta, altissima, forse lesbica e forse no, fa in fretta a capire che c'è qualcosa che non funziona. La vittima disponeva di più contanti di quanto fosse lecito attendersi, le sue frequentazioni erano abbastanza variate da comprendere qualche pezzo grosso della malavita, e quel caso così banale, in realtà, è solo la punta dell'iceberg di una complicata faccenda di riciclaggi, malavita e rapine. Il che, se basta a scompigliare le indagini che la polizia “seria” sta conducendo, con straordinaria inefficienza, da anni, non fornisce elementi utili all'identificazione dell'assassino, finché l'intrepido Bäckström, con un'intuizione alla Sherlock Holmes, non individuerà tra i tanti personaggi coinvolti nell'indagine, quello che, come si usava un tempo, sembra il meno probabile tra i candidati all'arresto. Concluderà così l'indagine in un alone di gloria e godrà (forse) di una meritata ricompensa, grazie all'imprevedibile disponibilità dell'agente Carlsonn.
    Insomma, questo Uccidete il drago, opera anomala di uno dei giallisti più seri del suo paese, professore di criminologia alla scuola della polizia di Stoccolma e consulente del Ministero della Giustizia e dei Servizi Segreti, può essere visto come un'allegra presa per i fondelli del giallo scandinavo e delle sue consuetudini invalse. In una Svezia curiosamente multietnica, in cui l'efficienza e la seriosità delle forze dell'ordine sono, a quanto sembra, un ricordo del passato, il commissario Bäckström si muove con l'apparente indolenza di un ozioso per partito preso e con un'astuzia degna dei grandi investigatori del giallo classico. E mette in rilievo, ovviamente, tutte le magagne e le incrostazioni burocratiche che il modello svedese ricopre sotto una spessa mano di correttezza politica. Un giallo originale, tutt'altro che comico, ma molto divertente, che può concludere degnamente questa stagione di recensioni. Buone vacanze a tutti.
27.06.'11
Leif CW Persson, Uccidete il drago (Dem som dödar draken, 2008), tr. it. Giorgio Puleo, "Farfalle" – Marsilio, pp. 415, € 18,50