Tutto sotto il cielo | Matilde Asensi

Gialloliva | Trasmessa il: 11/19/2007




Matilde Asensi ha avuto un grande successo, qualche anno fa con il suo primo romanzo, L’ultimo Catone, che in Spagna e altrove è stato a lungo nella classifica dei best seller, ma che, dal mio punto di vista, utilizzava le tematiche della setta misteriosa e dell’antico manoscritto da decifrare in un modo che ricordava un po’ troppo da vicino Il codice Da Vinci, anche se l’editore aveva cura di precisare che l’autrice non andava considerata un’imitatrice, ma, se mai, un’antesignana di Don Brown.  In seguito l’Asensi ha battuto la stessa strada con Iacobus (2005) e L’origine perduta (2006), che l’hanno definitivamente accreditata tra i maestri del sottogenere mistico avventuroso.  È un settore narrativo,  quello, che, come probabilmente avrete capito, a me personalmente dice poco, ma ha i suoi cultori e ogni tanto vale la pena di tenerne d’occhio le uscite.  Così, questo Tutto sotto il cielo merita una qualche attenzione, se non altro per lo sforzo che l’autrice manifestamente compie per variare le proprie tematiche.  Perché sempre nella ricerca di un’importante reliquia del passato sono impegnati i protagonisti e sempre da un antico manoscritto si fanno guidare, ma l’ambientazione è sorprendente originale: siamo nella Cina degli anni ’20 del secolo scorso, quando la Repubblica (proclamata nel 1911) è esposta a vari rischi di restaurazione monarchica, insidiata dalle mire dell’imperialismo giapponese, divisa tra i signori della guerra e soffocata dalla “protezione” tutt’altro che disinteressata delle varie potenze occidentali.  Il problema in cui, suo malgrado, si trova invischiata la protagonista, una pittrice spagnola giunta a Shangai per mettere in ordine – crede lei – gli affari del marito, un mercante di seta francese recentemente defunto di morte violenta, è quello di trovare, seguendo le indicazioni tramandate da certe tavolette millenarie, il mausoleo del primo imperatore cinese, che, oltre a contenere cospicue ricchezze, ha un grande significato politico, nel senso che se ci mettessero sopra le mani gli esponenti del partito monarchico filogiapponese ne trarrebbero un tale prestigio da soverchiare senza problemi gli avversari.  Parte così una ricerca / inseguimento per tutta la Cina, in cui il gruppo dei buoni (la pittrice di cui sopra, con una nipote un po’ imbranata al seguito, un dotto antiquario cinese di tendenze nazionaliste, un avventuriero irlandese e altri ancora) dovrà vedersela con sette segrete, eunuchi imperiali, l’esercito del Kwomintang e quello del partito comunista e altri guastamestieri assortiti, in una complicatissima trama in cui ai motivi del codice Da Vinci si mescolano, in posizione forse predominante, le tematiche alla Indiana Jones.  Viaggi del genere, nella narrativa europea, hanno spesso una valenza iniziatica, ma in questo caso, no: siamo decisamente nel genere avventuroso e all’insegna del puro disimpegno e del piacere di raccontare.  Ma la prosa della Asensi è scorrevole, l’ambientazione è accurata, i personaggi sono simpatici, questa Cina in bilico tra tradizione e modernità risulta piuttosto affascinante e, insomma, chi non è totalmente allergico a questo tipo di cose si troverà a sorvolare le 465 pagine del volume come se nulla fosse.  Gli altri, naturalmente, faranno meglio ad astenersi.


19.11.’07

Matilde Asensi, Tutto sotto il cielo (Todo bajo el Cielo), tr. it. Margherita D’Amico, "I romanzi" – Sonzogno, pp. 465, € 21,00