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La Caccia
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Gialloliva
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Tutto come prima
La caccia
| Trasmessa il: 04/01/2012
Tutto come prima
Apro il giornale e – stupore ! – scopro che i maggiori partiti si sono accordati per la riforma della legge elettorale. Ai cittadini, assicurano concordi i titoli delle principali testate, sarà restituita la possibilità di scegliere gli eletti, senza che costoro dipendano in tutto dalla nomina delle segreterie dei partiti.
Bene, dico tra me e me, vuol dire che, in qualche modo, ritorneranno le preferenze. Il voto di preferenza, si sa, è sempre un elemento abbastanza pericoloso nel gioco elettorale, perché facilita i traffici delle correnti e induce in perenne tentazione i candidati e gli aspiranti tali, ma resta l'unico strumento disponibile per stabilire un qualche rapporto diretto tra i cittadini e i loro rappresentanti. Il metodo attuale delle liste bloccate, lo si è visto nelle due ultime legislature, fa dei rappresentanti del popolo delle docili marionette nelle mani dei capi partito, il che non sembra aver particolarmente giovato allo sviluppo della democrazia.
Tuttavia, apprendo subito dopo, la nuova legge elettorale di preferenze proprio non parla. Anzi, le esclude risolutamente. I parlamentari, a quanto pare, saranno eletti metà con il metodo maggioritario, in altrettanti collegi uninominali, e metà con quello proporzionale, su delle belle liste bloccate, esattamente come sono bloccate quelle che si usano adesso. E visto che in un collegio uninominale non è certo l'elettore che sceglie il candidato, ma se lo trova già pronto sulla scheda e non può far altro che prenderlo o lasciarlo, non si capisce bene in che cosa il nuovo sistema sarà diverso dal vecchio. Sì, nei collegi, in teoria si potrà scegliere tra candidati e non tra partiti, ma visto che i candidati saranno inevitabilmente candidati di partito e il loro rapporto con i cittadini passerà comunque attraverso quelle strutture, l'innovazione non sembra particolarmente significativa.
Certo, ci è voluta una faccia davvero inossidabile, per non dir peggio, per riproporre, dopo aver ripetuto per anni che il “porcellum” era la fonte di tutti i mali del nostro sistema politico, una specie di “porcellum” bis, che replica, duplicandoli, gli stessi inconvenienti. Ma evidentemente non se ne è potuto fare a meno. Il nuovo progetto, in realtà, si propone ben altri fini che non la restituzione ai cittadini della facoltà di scelta: intende liberare i partiti dalla necessità di riunirsi in coalizioni cogenti ed eterogenee (anche se mantiene, contraddittoriamente, l'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda) e si propone di tutelare gli interessi delle formazioni maggiori introducendo un solido quorum di sbarramento, appena mitigato da un misterioso “diritto di tribuna”. È, insomma, uno schema fatto su misura per le tre forze che attualmente sostengono il governo, cui assicura la possibilità di continuare a farlo a tempo indeterminato, senza rompiscatole né terzi incomodi in grado di sindacarne l'operato. Prefigura una legge molto più “contro” che “a favore”: a favore dello
status quo
, certo, e contro le forze nuove, contro eventuali movimenti dal basso, contro ogni possibile opposizione. Non contro la Lega e contro il partito di Di Pietro, forse, perché a forze di quel tipo e di quella dimensione, nonostante gli strilli di questi giorni, il nuovo sistema garantisce tutto lo spazio desiderabile (e sulla loro volontà di opporsi, comunque, si può essere nutrire qualche dubbio), ma contro una vera prospettiva di opposizione senz'altro sì.
Bah. Che i partiti tendano a scriversi le leggi elettorali sulla misura delle proprie necessità lo sapevamo già prima. Tanta impudenza, però, fa un poco impressione. Evidentemente gli Alfano, i Bersani, i Casini e gli altri hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto. Monti gli manda a dire fin dalla Corea che il loro livello di consenso è precipitato, i sondaggi sono quello che sono, mollare la presa sui meccanismi istituzionali può essere davvero pericoloso. Certo, i cittadini possono sempre incazzarsi, ma appunto per quello è meglio lasciare nelle loro mani meno facoltà di scelta possibile. Oggi come oggi, la prospettiva che fa davvero paura ai nostri politici è quella del cambiamento e l'unica proposta che possono fare, di conseguenza, è quella di mantenere tutto come prima. Che di tutte le tradizioni italiane, è senz'altro la più radicata.
01.04.'12
Carlo Oliva
Carlo Oliva
, milanese, nato nel 1943, è sostanzialmente un eclettico.
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