Tiro mancino | Charles Willeford

Gialloliva | Trasmessa il: 03/14/2005




Ci è voluto oltre un decennio perché i lettori italiani potessero disporre nella sua interezza della quadrilogia di Miami di Charles Willeford, ma, grazie a Marco Zapparoli, della Mrcos y Marcos, che ha ripreso e completato il progetto avviato a suo tempo da Paolo Broggi per un editore che non ha avuto fortuna, finalmente ci siamo.  Con Tiro mancino (Sideswipe, 1987), il penultimo volume della serie, finora rigorosamente inedito nel nostro paese, si completa oggi il ciclo delle avventure del sergente Hoke Moseley, il leggendario responsabile della sezione “casi freddi” della polizia di quella città.  E si tratta, scusate se è poco, di uno dei testi base del thriller degli anni ’80.  Willeford, con la sua scrittura raffinata e controllatissima, piena di allegro cinismo, riesce sempre a spiazzare il lettore. Uno ha l’impressione di vedersi offrire uno dei tanti bozzetti satirici ambientati nel mondo un po’ folle della Florida meridionale, con il solito investigatore di mezza età, vessato dal destino e dai superiori, afflitto da un’ingombrante dentiera e da due figlie che la moglie, migrando per lidi più ameni, ha pensato bene di rifilargli e alle prese con una serie di casi spazzatura dall’aria vagamente grottesca.  Sembra tutto abbastanza familiare, un po’ come in Striptease o in un altro giallo di Carl Haasen,  ma non bisogna fermarsi a questo livello tranquillizzante.  A un certo punto, senza che nessuno se ne accorga, qualcosa “scatta” e la vicenda vira verso un universo tipicamente noir di violenza quotidiana e irredimibile disperazione.  Così, in Tiro mancino, la storia di come un integerrimo metalmeccanico di Detroit ritiratosi a passare al sole gli ultimi anni di una vita che più banale non si può riesca prima a farsi mettere nei guai da una bambina di nove anni e poi, visto che da cosa nasce cosa, a partecipare, con qualche perplessità ma non senza determinatezza, alla sanguinosa rapina a un centro commerciale, finisce per configurarsi come una specie di sofferta metafora della follia contemporanea.  Per non dire dei paralleli tentativi di Moseley di “semplificarsi la vita” inseguendo il sogno proibito di una pensione anticipata, un sogno che, come sanno già tutto quanti hanno letto il successivo Morire oggi, è destinato a restare tale.  Nel complesso, una delle letture più straordinarie disponibili oggi in libreria e una testimonianza inoppugnabile del valore di un autore di cui non sempre si riconosce l’importanza nella storia del genere.


14.03.’05

Charles Willeford, Tiro mancino (Sideswipe, 1987), tr. it. Luca Conti, "Gli ailanti", Marcos y Marcos, pp. 314, € 14,00