Ci è voluto oltre un decennio perché i lettori italiani potessero disporre
nella sua interezza della quadrilogia di Miami di Charles Willeford, ma,
grazie a Marco Zapparoli, della Mrcos y Marcos, che ha ripreso e completato
il progetto avviato a suo tempo da Paolo Broggi per un editore che non
ha avuto fortuna, finalmente ci siamo. Con Tiro mancino (Sideswipe,
1987), il penultimo volume della serie, finora rigorosamente inedito nel
nostro paese, si completa oggi il ciclo delle avventure del sergente Hoke
Moseley, il leggendario responsabile della sezione “casi freddi” della
polizia di quella città. E si tratta, scusate se è poco, di uno dei
testi base del thriller degli anni ’80. Willeford, con la sua scrittura
raffinata e controllatissima, piena di allegro cinismo, riesce sempre a
spiazzare il lettore. Uno ha l’impressione di vedersi offrire uno dei
tanti bozzetti satirici ambientati nel mondo un po’ folle della Florida
meridionale, con il solito investigatore di mezza età, vessato dal destino
e dai superiori, afflitto da un’ingombrante dentiera e da due figlie che
la moglie, migrando per lidi più ameni, ha pensato bene di rifilargli e
alle prese con una serie di casi spazzatura dall’aria vagamente grottesca.
Sembra tutto abbastanza familiare, un po’ come in Striptease o in
un altro giallo di Carl Haasen, ma non bisogna fermarsi a questo
livello tranquillizzante. A un certo punto, senza che nessuno se
ne accorga, qualcosa “scatta” e la vicenda vira verso un universo tipicamente
noir di violenza quotidiana e irredimibile disperazione. Così, in
Tiro mancino, la storia di come un integerrimo metalmeccanico di Detroit
ritiratosi a passare al sole gli ultimi anni di una vita che più banale
non si può riesca prima a farsi mettere nei guai da una bambina di nove
anni e poi, visto che da cosa nasce cosa, a partecipare, con qualche perplessità
ma non senza determinatezza, alla sanguinosa rapina a un centro commerciale,
finisce per configurarsi come una specie di sofferta metafora della follia
contemporanea. Per non dire dei paralleli tentativi di Moseley di
“semplificarsi la vita” inseguendo il sogno proibito di una pensione
anticipata, un sogno che, come sanno già tutto quanti hanno letto il successivo
Morire oggi, è destinato a restare tale. Nel complesso, una delle
letture più straordinarie disponibili oggi in libreria e una testimonianza
inoppugnabile del valore di un autore di cui non sempre si riconosce l’importanza
nella storia del genere.
14.03.’05
Charles Willeford, Tiro mancino (Sideswipe, 1987), tr. it. Luca Conti, "Gli ailanti", Marcos y Marcos, pp. 314, € 14,00