Ti voglio credere | Elisabetta Bucciarelli

Gialloliva | Trasmessa il: 05/31/2010


    L'ispettrice Maria Dolores Vergani, “Doris”, la protagonista indiscussa dei romanzi di Elisabetta Bucciarelli, questa volta è davvero nei guai. È imputata di omicidio, che significa sospesa dal servizio e ristretta agli arresti domiciliari. L'omicidio, non ci piove, lo ha commesso davvero, anche se ha vissuto l'episodio in stato di shock e ne conserva un ricordo piuttosto vago, ma si tratta di un delitto per il quale è già pronta la spiegazione. C'è un testimone oculare e inquirenti e magistrati, per non dire dei colleghi della Questura e del suo personale entourage, sono prontissimi a chiudere il caso con un pronunciamento di legittima difesa. La vittima, oltretutto, ci è nota dal romanzo precedente, per cui anche noi sappiamo che qualsiasi cosa le sia successo se l'è ampiamente meritata. L'unica persona che a questa tanto comoda via d'uscita non sembra disposta ad accondiscendere è proprio lei, l'imputata. C'è qualcosa che non le torna e d'altronde lei è una donna che al di là delle convenienze ha sempre cercato di esser fedele a se stessa e all'impegno per la verità e non può, nemmeno in un momento tanto drammatico, venir meno a questo imperativo. Non è felice, ovviamente, alla prospettiva di una condanna, ma non intende sacrificare la propria coerenza. Ed è impegnata, così, nella più difficile di tutte le indagini, quella che coinvolge a se stessa, le proprie pulsioni confuse e la propria incerta coscienza.
    Alle fuori delle quattro pareti in cui Doris è rinchiusa il mondo va avanti. Il suo fidato collaboratore in Questura, Achille Maria Fumi, è stato promosso ispettore e indaga sul suicidio di una ragazza che si è buttata dal ponte di viale Forlanini e sulla comparsa, nel giardino di una villetta di San Siro, e, poi, in vari lotti di terreno sparsi per il paese di gruppi di tre grandi croci di legno, enigmatici Golgota che nessuno riesce a spiegare. Sotto uno di essi, a Civate, presso Lecco, era seppellito il cadavere di un'altra ragazza e c'è un filo rosso che unisce tra loro queste e altre vittime. Fumi non resiste, naturalmente, alla tentazione di sottoporre l'enigma al vaglio della donna che tanto ammira, personalmente e professionalmente, ma il mondo sta cambiando anche per lui, perché nel corso delle indagini ha conosciuto una donna, un medico legale, che sembra poter significare qualcosa per la sua vita. Anche la Vergani, d'altronde, deve fare i conti con gli uomini della sua vita, districarsi dalla rete di ambiguità che la legano a fidanzati ed ex fidanzati o presunti tali, e poi c'è quel ragazzo che aveva cercato di salvare dal suicidio quando ancora non era in polizia e faceva la terapeuta e che misteriosamente la viene a cercare... insomma, nella linearità della trama si mescolano mille motivi, anche se il principale, quello che al lettore viene soprattutto proposto, resta l'analisi della coscienza dei personaggi principali, lo scavo nei loro dubbi, nella volontà di venirne a capo. La Bucciarelli affronta una materia così impegnativa con le doti che ne hanno ormai fatto una delle protagoniste del nostro noir: una scrittura limpida e, al tempo stesso, sottilmente enigmatica, il rifiuto delle vie risapute, l'impegno a proporre, nel rispetto delle convenzioni del genere (o quasi), un prodotto letterariamente compiuto. Non è una lettura facilissima e non la consiglierei ai lettori pigri, ma che divertimento ci sarebbe, se no?
31.05.'10
Elisabetta Bucciarelli, Ti voglio credere, Kowalsky – Colorado noir, pp. 298, € 15,00