The Hot Rock – La pietra che scotta | Donald E. Westlake

Gialloliva | Trasmessa il: 03/29/2004


    Di solito in questa rubrichina ci occupiamo di novità, ma non era possibile, naturalmente, passare sotto silenzio la ripubblicazione di un classico affatto introvabile: quel Hot Rock con cui, all’inizio degli anni ’70, Donald E. Westlake ha dato inizio alla serie di Dortmunder e dei suoi amici. La Mondadori l’ha pubblicato a suo tempo nei Gialli, negli Omnibus e in altre collane, prima come Gli ineffabili cinque e poi più correttamente, dopo l’uscita del film di Peter Yates (1972), come La pietra che scotta: sarà per questo che la Pendragon, una misteriosa casa editrice che pare intenzionata a ripubblicare tutta la serie, si è attenuta al titolo originale.

    Sia come sia, La pietra che scotta non compariva in libreria da almeno vent’anni ed è un romanzo che va assolutamente letto o riletto. Westlake si era distinto, fino ad allora, con le storie criminali del cattivissimo Parker, con cui, firmandosi Richard Stark, riprendeva i moduli dei caper novels degli anni ’50 e ‘60: quei romanzi, tipo Giungla d’asfalto, Grisbi o simili, in cui si descrive un’impresa banditesca dal punto di vista dei criminali, e probabilmente la nuova serie era concepita come una variante comica di quel sottogenere. Ma questa scalcinatissima banda di ladri e rapinatori (Dortmunder, il “cervello”, Kelp, l’uomo dei contatti, Murch, l’autista e così via) ha un problema tutto suo: i loro colpi non riescono mai perché, negli anni ’70, i tempi sono cambiati e loro non se ne sono ancora accorti. Ragionano, gli sciagurati, come ai tempi della guerra di Corea e intanto ci sono stati il Vietnam, la contestazione, la rivoluzione sessuale, la trasformazione edonistica della società… figuriamoci se un manipolo di poveri scassinatori dei quartieri bassi di New York, per quanto tecnicamente dotati, riesce a orizzontarsi in questo mondo infido. Infatti, alla fine della storia, vengono regolarmente defraudati del risultato dei propri sforzi, più che per obbedienza a una vecchia convenzione moralistica che con Parker non funzionava mai, per via di qualche imprevisto culturale che non hanno saputo prevedere. Con la parziale eccezione di questo primo romanzo, in cui personaggi e tematiche non sono, forse, ancora completamente a punto, ma la storia di come i nostri riescano a rubare per sei volte di fila il diamante Balabomo per conto dell’ambiguo maggiore Iko è assolutamente strepitosa. Westlake è un autore pieno di fantasia, ma in nessuno dei suoi romanzi ha concentrato tante trovate e tante alzate d’ingegno. E se siete troppo giovani per averlo letto a suo tempo o non avete conservato con cura il fascicolo originale, non c’è niente da fare: dovete cacciare i 17 euro e 50 richiesti per questa, peraltro pregevole, edizione rilegata, che ripropone la classica versione di Laura Grimaldi.

    Buona lettura.

    29.03.’04

    Donald E. Westlake, The Hot Rock – La pietra che scotta (The Hot Rock, 1970), tr. it. Laura Grimaldi, Pendragon, pp. 262. € 17,50