Terroristi | Maj Sjöwall e Pet Wahlöö

Gialloliva | Trasmessa il: 12/05/2011


    Mancava solo un volume per completare la traduzione in italiano dell'intera serie di Martin Beck, il commissario della polizia di Stoccolma creato da Maj Sjöwall e Pet Wahlöö negli anni '70 del secolo scorso, antesignano riconosciuto dei futuri trionfi del giallo svedese e scandinavo. Dei dieci romanzi che la compongono, otto erano stati tradotti a suo tempo negli “occhietti” Garzanti e sono stati ripresi in anni recenti nella “Memoria” della Sellerio. Nella stessa collana è apparso l'anno scorso La porta chiusa ed esce adesso questo Terroristi, che conclude degnamente il ciclo. Perché sia stato necessario aspettare trentasei anni, francamente non vi saprei dire, ma meglio tardi che mai e l'evento merita comunque di essere celebrato. Anche se l'affermazione può sembrare banale, romanzi di questo livello non se ne pubblicano tanto spesso, né in Svezia, né altrove.
    L'opera dei due autori, come ricorderete, si inserisce nel filone del procedural, rivissuto alla luce di un forte interesse per la critica e la satira sociale. Della società del benessere com'era interpretata allora (nell'invidia di tutti) dal loro paese, la Sjöwall e Wahlöö vedono soprattutto gli elementi negativi: l'appiattimento culturale, lo scarso riispetto per le peculiarità individuali, il materialismo consumista, la burocratizzazione imperante, lo scadimento dei valori umanistici in una sorta di tran tran malamente organizzato e, in definitiva, abbastanza oppressivo. Da queste caratteristiche, naturalmente, non considerano esenti l'amministrazione della giustizia e l'organizzazione della polizia, nel cui ambito, pochi individui dedicati (essenzialmente i componenti della squadra omicidi del commissario Beck) devono lottare, più ancora che contro il crimine individuale e organizzato, contro la sciatteria e il pressapochismo dei superiori e il carrierismo imperante. In questo tipo di dialettica consiste, naturalmente, l'essenza di ogni giallo degno di questo nome, ma negli ultimi romanzi della serie gli autori tendono a esasperarla, fino a ottenere degli straordinari effetti di deformazione grottesca e umorismo nero. Così, gli sforzi dei nostri eroi per proteggere da un attentato annunciato un visitatore illustre, verranno, se non frustrati, fortemente ostacolati dalla incompetenza altrui e l'individuazione, più o meno fortuita, dei membri della cellula terroristica non impedirà un esito tragico. E se i colpevoli verranno (quasi) tutti messi in condizione di non nuocere ulteriormente, il lettore non potrà fare a meno di chiedersi se giustizia sia stata fatta davvero.
    Partecipano alle operazioni, oltre al commissario Beck, che ha finalmente trovato una sorta di equilibrio personale e familiare, i suoi consueti collaboratori: un ruolo fondamentale tocca, per l'occasione, a Gunvald Larsson, curiosa figura di energumeno aristocratico che unisce a una passione quasi puritana per la giustizia la più totale indifferenza per le formalità e le convenienze, ma quello che soprattutto si sottolinea è la capacità di fare squadra dei personaggi. E anche se la situazione sociopolitica ormai non può che apparire datata e il mondo ha conosciuto, nei decenni successivi, delle organizzazioni terroristiche ben altrimenti pericolose di quella che viene descritta, la storia corre per oltre 500 pagine senza accusare cadute di tensione narrativa o scadimenti sul piano ideologico. È proprio vero: romanzi di questo tipo non se ne scrivono più.

    05.12.'11
    Maj Sjöwall e Pet Wahlöö, Terroristi (Terroristerna, 1975), tr. it. di Renato Zatti, "La memoria" – Sellerio, pp. 561, € 15,00