Tempi d'oro per i morti | Charles Willeford

Gialloliva | Trasmessa il: 06/14/2004


    Compare finalmente in Italia uno dei classici del noir americano degli anni ’80, quel New Hope for the Dead con cui Charles Willeford (1919-1988) presentò il secondo, fulminante capitolo della tetralogia di Hoke Moseley. Finora, di quei basilari romanzi i lettori italofoni conoscevano solo il primo, Miami Blues, del 1984 e il quarto, The Way We Die Now (Morire oggi, 1988), pubblicati tra il ’96 e il ’97 dalla Phoenix e immediatamente scomparsi dalla distribuzione, e le speranze di vedere tradotti i volumi intermedi sembravano piuttosto esigue. Piovano dunque le lodi e le benedizioni sulla Marcos y Marcos che, dopo aver ripubblicato Miami Blues qualche mese fa, sembra intenzionata a completare il ciclo entro l’anno.
    Il sergente Hoke Moseley, della Squadra Omicidi di Miami, è notoriamente uno degli investigatori meno eroici di tutto il genere noir. Placido, trasandato, abbastanza avanti negli anni, piuttosto su di peso e afflitto da una ingombrante ed evidentissima dentiera, sembrerebbe il candidato ideale a un ruolo di burocrate da commissariato, di mezze maniche delle indagini. Di fatto, lavora alla sezione “casi freddi”, quella che si occupa dei vecchi reati restati impuniti. Ma i tempi sono quelli che sono e i suoi casi, freddi o no, bastano a far venire a chiunque i peggiori incubi. Anche in questo Tempi d’oro, che, pure, è una specie di opera passaggio e non presenta una figura centrale raccapricciante come il Junior di Miami Blues o una situazione criminale paragonabile a quella di Morire oggi, ma si concentra soprattutto sui problemi personali di un povero investigatore costretto, nello stesso brevissimo lasso di giorni, a cambiare di casa, occuparsi come meglio può di una collega nubile incinta e improvvisarsi padre amorevole di due figlie adolescenti che hanno scelto proprio questo momento per ricomparire nella sua vita, l’indifferenza per la vita umana, l’impotenza della legge e il cinismo di fondo dell’America reaganiana vengono esibiti con sconcertante sincerità e messi a frutto dal punto di vista narrativo con un’abilità che pochi altri autori possono vantare. Willeford è un narratore “tranquillo”, nel senso che non alza mai la voce e non calca i toni (salvo, un pochino, quelli del grottesco), ma della sua agghiacciante Florida piccolo borghese vi ricorderete per un bel pezzo. E siamo appena al secondo capitolo…

    14.06.’04
    Charles Willeford, Tempi d'oro per i morti (New Hope for the Dead, 1985), tr. it. di Emiliano Bussolo, "Gli Alianti" – Marcos y Marcos, pp. 288, € 13,50