Sembra che abbia suscitato non poco
scandalo, in un borgo della Mancia di cui non voglio ricordarmi il nome,
la pubblicazione, a cura delle locali autorità scolastiche, della Guia
para chicas, una manualetto destinato a insegnare alle adolescenti
a conoscersi meglio. E solo perché conteneva, a quanto apprendo da
una noticina su “Repubblica” del 3 novembre scorso, l’autorizzazione
a masturbarsi pure, in caso di necessità, e il consiglio, per chi sentisse
il bisogno di “rilassarsi” e “lasciarsi andare”, di “accarezzarsi
vicendevolmente” con delle “amiche di fiducia”. Vescovi e clero
subalterno hanno strillato come aquile contro questi patenti inviti al
peccato (illustrati, oltretutto, da realistiche foto a colori) e il governo
regionale della Castilla-La Mancha si è affrettato a ritirare il testo
dalla circolazione. Cosa sia successo agli autori, non viene specificato,
ma essendo quella un’antica terra di roghi si ha ogni motivo di temere
per loro.
Bah. Io,
in un’edizione scolastica, le foto forse le avrei evitate, ma sui consigli
che quegli ignoti colleghi hanno dispensato non posso certo obiettare alcunché.
Mi sembra un po’ strana, se mai, la loro unilateralità, come se
non ci fossero altre tecniche, magari più articolate, cui delle adolescenti
appena un po’ sveglie potrebbero ricorrere per superare le tensioni di
un certo tipo. Ma se la scuola spagnola funziona come quella italiana,
tutto si spiega abbastanza facilmente. Quei poveracci non potevano
certo, in piena era Zapatero, consigliare alle ragazzine di oggi, come
alle loro nonne, di opporsi alla tentazione alternando docce ghiacciate
e novene alla Madonna, né, d’altra parte, visto che la morale delle istituzioni
non è mai perfettamente adeguata a quella corrente, se la saranno sentiti
di ricordargli che, volendo, si può anche ricorrere alla collaborazione
di qualche amico “di fiducia” di sesso maschile. Per cui avranno
pensato, interpretando un po’ meccanicamente un celebre concetto dell’Etica
nicomachea di Aristotele, che tra due vizi opposti la virtù sta nel
mezzo e che nessuno avrebbe potuto obiettare qualcosa a una serie di raccomandazioni
che in fondo riflettono, oggi come ieri, delle pratiche largamente diffuse
e non tali, quindi, da dare scandalo a nessuno. Il tutto suona forse
un po’ surreale, ma non dimentichiamo che quella è la terra del grande
Don Chisciotte.
Ahimè. Di
gente pronta a scandalizzarsi anche di fronte all’ovvio se ne trova sempre
dovunque e non per niente la notizia di questo gesto di censura viene sbrigata
dal giornale in cui l’ho trovata in pochissime righe. Forse non
l’avrei neanche notata se non fossi stato attirato dall’ampio servizio
adiacente, dedicato alle polemiche (molto meno interessanti) seguite alla
decisione del settimanale “Famiglia cristiana” di accettare una pubblicità
basata sull’esibizione di un sedere femminile nudo. Qualche lettore
ha protestato, ma il direttore assicura che non c’è niente di male e un
esperto in materia (in materia di fotografie, dico) assicura che, tutto
sommato, “anche un bel sedere di donna e un bel corpo … sono opere di
Dio”. L’argomento è inoppugnabile e lo si potrebbe estendere ai
problemi sollevati dalla Guia para chicas, ma forse non riuscirebbe
a convincere i vescovi della Mancia.