Scrive bene, la Barbara Garlaschelli:
probabilmente, tra tutte le scrittrici e gli scrittori italiani di noir
è, con Fois e la Vallorani, tra quanti con maggior consapevolezza hanno
scelto la via dell’approfondimento stilistico. Lo si nota bene in
questo Sorelle, in cui, con un linguaggio essenziale, ma estremamente
efficace, si racconta una di quelle storie terribili di sentimenti, incubi
e frustrazioni che caratterizzano la sensibilità della scrittrice milanese.
Amelia e Virgilia, le due sorelle tanto
diverse tra loro, esile e bionda l’una, bruna e risoluta l’altra, che
vivono insieme nella grande casa di campagna dei nonni, dove sono giunte
da piccole e da cui non sono più riuscite a staccarsi, possono ricordare
– a prima vista – le loro omologhe del Gelsomino notturno del Pascoli,
ma non c’è, nella loro storia e nel loro rapporto, niente di decadente,
nessuna banalità “poetica”, anche se la poesia, in senso lato, non è
estranea alle corde dell’autrice. Hanno alle spalle una vicenda
affatto concreta di rapporti umani difficili, di impalpabili, ma succulente
tensioni familiari, dietro le quali si scopre a poco a poco l’incombere
di una lontana tragedia infantile. E la narrazione, come se non bastasse,
è inquadrata in una cornice da incubo, che, trattata con minore impegno,
avrebbe potuto degenerare nel Grand Guignol o nel sadomaso: la storia dell’uomo
che, in una stanza del piano superiore della grande casa, si scopre, dopo
un sonno agitato, strettamente legato al letto, impossibilitato a muoversi,
alla mercé non sa bene nemmeno lui di chi.
Insomma, è, questo ultimo lavoro di Barbara,
una tenera storia di relazioni umane (in cui, come osserva Santo Piazzese
nel risvolto, si stempera in una certa qual vena naturalistica il nero
integrale di Alice nell’ombra) e, al tempo stesso un classico noir senza
sbavature, un romanzo di tensione in cui si entra con facilità ma da cui
è difficile staccarsi. E tutto ruota attorno al rapporto tra quelle
due sorelle, così simili e così diverse, così dipendenti l’una dall’altra,
così legate per la vita e per la morte. Per la morte, soprattutto,
perché se c’è un tema dominante in Sorelle è proprio quello della
fatica di vivere, della difficoltà (dell’impossibilità) di essere se stessi,
nonostante tutta la buona volontà. Un libro inconsueto, da non perdere.
05.04.’04
Barbara Garlaschelli, Sorelle, Frassinelli, pp.177, € 13,50