L’idea di “giallo siciliano”, per i lettori di oggi, è legata soprattutto
al sottogenere brillante, si tratti del comico di carattere di Camilleri
o delle più sofisticate commedie noir di Salvo Piazzese. Gli autori
dell’isola del fuoco, tuttavia, hanno dimostrato di avere anche altre
corde al proprio arco. Prendiamo Roberto Mistretta, uno scrittore
di Caltanisetta (più precisamente di Mussomeli) le cui opere, finora, hanno
avuto una distribuzione prevalentemente regionale e in continente, come
si dice, non sono ancora note come meriterebbero. Be’, né la sua
produzione precedente, né il suo ultimo romanzo, che la Todaro ha pubblicato
qualche mese fa, hanno qualcosa a che fare con la commedia. Mistretta
condivide con i suoi più celebri colleghi l’ambizione di dare una rappresentazione
realistica della Sicilia di oggi, evitando gli stereotipi, anche illustri,
che hanno segnato la storia della crime story nella regione, ma la somiglianza
si ferma qui. Sordide noti infermali è un hard boiled alla Ellroy
di straordinaria tensione drammatica, che, pur rispettando l’ambientazione
isolana, ci porta in un mondo affatto diverso dal punto di vista culturale
e criminale. Il protagonista, Angelo Duncan, dirige, come il Montalbano
di Camilleri, un commissariato di provincia e si avvale di una squadra
di collaboratori fortemente caratterizzati, ma non è certo un personaggio
accattivante, qualcuno con cui si possa scherzare e a cui si finisca inevitabilmente
per affezionarsi. È una figura sopra le righe, bruciato da una passione
giustizialista e da un’ambizione divorante che non gli danno tregua e
gli impediscono di essere vicino, come pure vorrebbe, alla bellissima moglie
cui è legato da un rapporto ossessivo di amore e gelosia (e che per di
più è in attesa di una bambina). E l’assassino che gli si contrappone
è un mostro da manuale: un efferato serial killer che sgozza una, due,
tre donne – prima una mite fanciulla dedita alla cura degli invalidi,
poi un’immigrata proprietaria di un locale equivoco, quindi una prostituta
da strada… – abbandona sul loro corpo degli enigmatici indizi,
segnala la propria presenza con allucinati assolo di violino e informa
la stampa dei delitti prossimi venturi con degli strani messaggi cifrati.
Per cui, preso nel vortice della caccia, trascinato in un mondo che
gronda da ogni parte sangue e violenza, il commissario non si accorge neanche
del pericolo che incombe su di lui e su quello che ha di più caro. Una
materia forte, dunque, trattata senza alcun tentativo di mediazione. Mistretta,
come sa chi lo conosce, è personalmente uomo pacifico e affabile e dai
sentimenti mitissimi, tanto è vero che accanto alla narrativa criminale
coltiva quella per i ragazzi, ma non sa rassegnarsi – evidentemente
– alle leziosaggini imperanti nel nostro procedural regionale. Del
che, in tutta franchezza, possiamo essergli grati.
03.04.’06
Roberto Mistretta, Sordide note infernali, "Impronte" – Todaro, pp. 243, € 14, 00; CHF 22, -