In 1 di primi romanzi J.Crumley, autore
(come non ignorano pochi et eroici ascoltatori mie recens. gialle Notturnover)
x qle nutro ammiraz. pressoché sconfinata, protagonista 1 bel mattino svegliasi
e scopre non aver voglia fare colaz. Ne habet ben donde, eh: sera
prima ubriacatosi, ecceduto in uso droghe leggere e, come non bastasse,
fattosi prendere a cazzotti da certi antagonisti particolarm. violenti.
Est duro, d'acc., ma anche duri, in certe circostanze, habent diritto
non sentirsi tanto bene e lui non habet voglia fare colaz. Odore
di caffé fagli schifo, pantostato sembragli entità minacciosa e pancetta,
bacon, qs. componente essenziale prime colaz. in paesi di cultura anglosass.,
"sa di maiale morto". At che lettore, colpito da macabra
icasticità di metafora, simpatizza subito con poveretto et augurasi che
mal di testa (hangover, dicesi in ingl., e non date retta a dizionari che
consigliano tradurlo "spranghetta") passigli presto, in modo
di consentirgli tornare occuparsi qnto prima di caso appassionante di cui
sta occupandosi.
Bello est, come forse avrete notato,
che qla metafora, da pdv strettam. merceologico, non affatto metaforica.
Pancetta facesi con carne maiale e a tal fine necessario che maiale
in quest. sia stato macellato, i.e. morto. Poi, certo, prodotto viene variam.
salato, affumicato, confezionato e cucinato, sì che at fine non conserva
minima parvenza cadaverica, ma che di maiale morto trattisi indubitab.,
e che di maiale morto sappia assolutam. normale. Solo che consumatori,
ovviam., non pensanoci: x loro pancetta est cosa e maiali morti 1 altra
e, a - che non trovinosi in condiz. d'animo 1 po' particolari, come qle
in cui trovavasi ottimo Sughrue (chiamasi così) in preda at hangover, sforzanosi
non identificare 1 con altra.
A tutto qs. venutomi pensare altro giorno
osservando grande affiche pubblicitaria che rivestiva retro autobus dietro
a qle trovatomi bloccato in traffico cittadino. Era pubblicità di
marca salami "naturali" (xché oggi agg. "naturale"
usasi semplicem. x indicare eccellenza, non habet niente a che fare con
qnto trovasi in natura così come est, et puotesi beniss. applicare a genere
tipicam. artificiale come salame), raffigurava paio di allegri maialini,
con loro bei codini a ricciolo scodinzolanti, e inalberava slogan "maiali
x caso, salami x scelta". Tutto così carino, così allegro, che
dopo 25 minuti di contemplaz. forzata giurato solennem. di non toccare
+ fetta salame, al- di qla marca.
Vedete, x ql che mi riguarda, di salami
+tosto ghiotto, et anche di pancetta, ancorché, vittima rassegnata di ideologia
di colesterolo, possameli permettere assai raram. Anche bistecche
manzo non dispiaccionomi, et branzino at forno: qs. ultimo, anzi, visto
che miei consulenti medici che non fa male, ma anzi, offremi rara opportunit…
ingozzarmi senza rimorsi coscienza. Ma rimorsi che proverei accostandomi
a cibi vietati da medici, naturam., non sarebbero nulla paragonati a qli
che mi affliggerebbero se, ogni volta che degusto qc. alimento di natura
animale, salsiccia toscana a griglia o filetto di merluzzo a vapore, dovessi
pensare alla sorte di povera bestia che, x scelta certo non sua, dato suo
contributo a mio pranzo. Chi mangia bistecche non pensa a mattatoi,
chi fassi panino at prosciutto lontano 1000 miglia da raffigurarsi cosce
di maiale crude e chi degusta sereno pesce a forno a basso contenuto colesterolo
non rattristasi + di tanto pensando a povero animale che nuotava felice
in abissi cristallini di mare e incappato in reti di cattivi pescatori
che lasciatolo morire di lento soffocam. insieme a migliaia di sventurati
confratelli. E non x ipocrisia o x insensibilità, badate, anche se
vegetariani + ideologizzati potrebbero rivolgergli entrambe accuse. Est
solo che ns. cultura, cultura di popoli che, potendo, sempre mangiato carne,
abituatici categorizzare carne intesa come alimento in modo diverso da
carne come componente essenziale di organismi viventi e senzienti, a sistemare
spezzatini e bistecche, che così saporite, in raggruppamento mentale -
chiamamolo così - diverso da qlo in cui collochiamo vitellini e agnellini,
che tanto, tanto graziosi.
Ovvio, a pensarci bene. Vediamo
mondo attraverso categorie mentali che formiamoci e che ns. cultura tramanda,
e guai a confonderle 1 con altra. Non possono nascerne che complicaz.
e impossibilità di capirci fra noi. E.g., puoteci capitare di escogitare
pubblicità francam. controproducente, che ricorda at possib. consumatore
qlo che lui certam. vorrebbe dimenticare, ovvero che quei ghiotti salumi
consistono, in ultima analisi, in carne cruda macinata di maiali morti
insaccata in loro st. budella. E figuratevi che qla marca di salumi
chiamasi "Becher", che forse est nome di proprietario, e forse
addirittura richiamo o grafia x termine dialettale "beché", macellaio,
anzi beccaio. Che est nome ancora + controproduc., xché, se da macellaio
vaccisi, tutto sommato, in piena allegria, senza pensare a macelli e a
macellaz., parola "beccaio" habet suono molto + snxtro. A
me fa venire in m. ql passo di Schopenauer in cui noi esseri umani paragonati
a capretti che ruzzano in prato sotto occhi attenti di beccaio, appunto,
che ogni tanto scegliene 1... Be', lasciamo perdere e buon appetito
a tutti.
18.01.’98