Il romanzo di questa settimana, Robinia blues, è uscito cinque o
sei mesi fa, ma, visto che le robinie fioriscono in maggio, possiamo anche
parlarne adesso. L’autore, Valter Biraghi (con la V semplice), va
per la cinquantina e a quanto risulta dai risvolti è uomo con un passato:
ha fatto il ’68, si è occupato di controcultura, è stato redattore di
“Re nudo” (se non sapete che cos’è non importa, ma si trattava di una
rivista di un certo peso) e, a giudicare dal protagonista che si
è scelto e da quello che gli fa raccontare deve essersi anche seduto su
qualche cattedra. La storia, in effetti, è quella di un ex sessantottino
con esperienze di controcultura e un passato di insegnante, che adesso
fa lo scrittore, è in crisi, lascia la grande città per stabilirsi nel
paesello natale, lassù tra l’Olona e il Ticino, e nei boschi di robinie
che coprono la brughiera trova il cadavere di un amico d’infanzia, anzi,
di quello che, ai tempi, era il suo mentore e il suo idolo. Per cui,
visto che il locale maresciallo dei carabinieri non riesce ad andar oltre
un’ipotesi di omicidio a scopo di rapina per opera di vagabondi albanesi,
si trova costretto a indagare.
Ora, sicuramente voi, da quelle persone ragionevoli
che siete, aborrite le storie di provincia con i marescialli inetti e vi
tenete lontani come dalla peste da ogni genere di ricordi di infanzia.
Ma in questo caso potete fare un’eccezione. Il Biraghi (non
si può non chiamarlo così, all’uso lombardo) è riuscito a costruire, su
queste premesse preoccupanti, un autentico noir contemporaneo. Non
c’è niente di bozzettistico nella sua provincia smandrappata e ferita,
con le villette, i pendolari, le fabbriche chiuse e i capifamiglia in cassa
integrazione, non c’è nulla di innocente nell’infanzia che il personaggio
rievoca e non c’è – soprattutto – niente di convenzionale in quel
suo attardarsi sui ricordi di un passato favoloso, ma inesorabilmente preterito.
È ovvio che il protagonista, avviandosi sulla strada pericolosa
di chi deve scoprire che cosa sono diventati i suoi compagni di giochi
(per non dire, naturalmente, delle compagne), si troverà a fare i conti
con se stesso e con i miti della sua generazione, ma i risultati proprio
ovvii non sono. Insomma, siamo davanti a un autore che riesce a sorprenderci
e di questo insolito evento non possiamo che essergli grati.
09.05.’05
Valter Biraghi, Robinia blues, "Gialloteca" – Flaccovio, pp. 237, € 13