Il “manifesto” dell’altro ieri, venerdì
10 marzo, se la prende con il liceo classico di Massa, che, a quanto pare,
ha istituito in via sperimentale un sistema di valutazione degli alunni
basato sui famigerati quiz a risposta multipla. Dei relativi formulari
pubblica anche un esempio, da cui si apprende che quei poveri giovani devono
saper precisare, tra le altre cose, “quale segnale venne stabilito per
annunciare la vittoria di Teseo sul Minotauro” (a: una fumata bianca;
b: una vela nera; c: una vela bianca; d: un suono del corno); “chi era
Arianna” (a: la sorella di Androgeo; b: la figlia di Etra; c: la figlia
di Minosse; d: una fanciulla cretese); che cosa ne fece Teseo a missione
compiuta (a: la sposò; b: l’abbandonò nell’isola di Nasso) e un mucchio
di altri particolari più o meno piccanti su quel vecchio mito cretese.
Viene anche chiesto loro, pur non trattandosi precisamente di un
quiz, di spiegare chi era il Minotauro (max tre righe) e di riassumere
la storia di Ippolito (max cinque righe). L’iniziativa ha suscitato
l’indignazione degli studenti, che hanno protestato con un documento che
ha raccolto ben 320 firme su 571 e la protesta sta dilagando a macchia
d’olio in tutte le scuole del litorale toscano.
Di
fronte a questa notizia, mi sento un po’ in imbarazzo. Dopo aver
espresso la doverosa solidarietà agli studenti, che a protestare fanno
bene sempre, vi confesserò che, con tutta la buona volontà, di quel formulario
non riesco a scandalizzarmi. A parte il fatto che quello di riassumere
una storia in non più di cinque righe lo direi un esercizio eccellente,
a cui, temo, dovrei dedicarmi più spesso anch’io, mi sembra che una volta
che si è deciso, per motivi che, francamente, mi sfuggono, che ai liceali
sia indispensabile la conoscenza del mito di Teseo, non si vede perché
non accertarla con quel sistema. Lo spettacolo di un gruppo di giovani
intenti a corredare di crocette gli appositi moduli, anche se qualcuno
tirerà sempre a indovinare e qualcun altro sporgerà comunque il collo per
sbirciare sul foglio del vicino, mi sembra comunque più dignitoso di quello
dell’interrogazione tradizionale, di quelle lunghe aposiopesi con cui
lo studente medio risponde alla maggior parte delle domande rivoltegli,
aspettando supplichevole l’intervento dello stesso interrogatore, con
l’impudicizia di una casalinga che supplica per telefono il conduttore
un quiz televisivo perché le dia “un aiutino”. Gli studenti di
Massa scrivono che nessuna cultura potrà venir loro da “anni spesi in
una selva di crocette, con l’ansia di non riuscire a sintetizzare in quattro
righe e mezzo il pensiero di Kant, il pessimismo di Leopardi, l’arte di
Van Gogh o l’arte di Virgilio”, ma non mi sembra che nessuno chieda loro
niente di simile. Il riuscire a dominare solidamente il concetto
per cui, dati un a e un b, quello dei due che non è a è sicuramente b,
mi sembra già un proficuo esercizio mentale. D’altronde non scholae
sed vitae discimus e in questa vigilia elettorale sono molti che ci spiegano
come la quintessenza della dignità democratica e l’unica garanzia di governabilità
consistano proprio nel fare una scelta del genere, optando, se si è in
Lombardia, tra un Martinazzoli e un Formigoni o, se in Campania, tra un
Basso e un Lino, in attesa di più impegnative dicotomie su scala nazionale.
Tertium, come si dice, non datur. Non vorranno certo, quei
bravi giovani di Massa, cedere alle lusinghe del sistema proporzionale.
Le lascino a noi, inguaribili nostalgici di una democrazia articolata.
Della
scuola, come della politica, comunque, è bene fidarsi solo fino a un certo
punto. Gli insegnamenti dei miti, spesso, sono ambigui. Teseo, quel
porco, piantò Arianna in Nasso, nel senso dell’isola, ma per lei, in definitiva,
fu una bella fortuna, non solo perché certi tipi è meglio perderli che
trovarli, ma perché da lì l’avrebbe salvata il dio Dioniso ed essere salvata
da un dio non era – anche allora – cosa di tutti i giorni. E poi
bisogna sempre sapersi guardare dai trucchi e non credere che tutto funzioni
per dicotimie. Dipende sempre da quali sono gli a e i b che ti propongono.
Arianna era sì una fanciulla cretese – d) –, ma non per questo
non era figlia di Minosse – c) – , e quindi era anche –
a) – la sorella di Androgeo e ci piacerebbe sapere quanti studenti
di Massa si sono accorti della trappola. Analogamente, le proposte
e i programmi del candidato a potrebbero non essere troppo diversi da quelle
del suo concorrente b. Non tutte le risposte multiple, ahimè, si
escludono a vicenda e l’operazione di sceglierne una può rivelarsi, talvolta,
di una sconcertante futilità.
12.03.’00