Risposte multiple

La caccia | Trasmessa il: 03/12/2000



Il “manifesto” dell’altro ieri, venerdì 10 marzo, se la prende con il liceo classico di Massa, che, a quanto pare, ha istituito in via sperimentale un sistema di valutazione degli alunni basato sui famigerati quiz a risposta multipla.   Dei relativi formulari pubblica anche un esempio, da cui si apprende che quei poveri giovani devono saper precisare, tra le altre cose, “quale segnale venne stabilito per annunciare la vittoria di Teseo sul Minotauro” (a: una fumata bianca; b: una vela nera; c: una vela bianca; d: un suono del corno); “chi era Arianna” (a: la sorella di Androgeo; b: la figlia di Etra; c: la figlia di Minosse; d: una fanciulla cretese); che cosa ne fece Teseo a missione compiuta (a: la sposò; b: l’abbandonò nell’isola di Nasso) e un mucchio di altri particolari più o meno piccanti su quel vecchio mito cretese.  Viene anche chiesto loro, pur non trattandosi precisamente di un quiz, di spiegare chi era il Minotauro (max tre righe) e di riassumere la storia di Ippolito (max cinque righe).  L’iniziativa ha suscitato l’indignazione degli studenti, che hanno protestato con un documento che ha raccolto ben 320 firme su 571 e la protesta sta dilagando a macchia d’olio in tutte le scuole del litorale toscano.
        Di fronte a questa notizia, mi sento un po’ in imbarazzo.  Dopo aver espresso la doverosa solidarietà agli studenti, che a protestare fanno bene sempre, vi confesserò che, con tutta la buona volontà, di quel formulario non riesco a scandalizzarmi.   A parte il fatto che quello di riassumere una storia in non più di cinque righe lo direi un esercizio eccellente, a cui, temo, dovrei dedicarmi più spesso anch’io, mi sembra che una volta che si è deciso, per motivi che, francamente, mi sfuggono, che ai liceali sia indispensabile la conoscenza del mito di Teseo, non si vede perché non accertarla con quel sistema.  Lo spettacolo di un gruppo di giovani intenti a corredare di crocette gli appositi moduli, anche se qualcuno tirerà sempre a indovinare e qualcun altro sporgerà comunque il collo per sbirciare sul foglio del vicino, mi sembra comunque più dignitoso di quello dell’interrogazione tradizionale, di quelle lunghe aposiopesi con cui lo studente medio risponde alla maggior parte delle domande rivoltegli, aspettando supplichevole l’intervento dello stesso interrogatore, con l’impudicizia di una casalinga che supplica per telefono il conduttore un quiz televisivo perché le dia “un aiutino”.  Gli studenti di Massa scrivono che nessuna cultura potrà venir loro da “anni spesi in una selva di crocette, con l’ansia di non riuscire a sintetizzare in quattro righe e mezzo il pensiero di Kant, il pessimismo di Leopardi, l’arte di Van Gogh o l’arte di Virgilio”, ma non mi sembra che nessuno chieda loro niente di simile.  Il riuscire a dominare solidamente il concetto per cui, dati un a e un b, quello dei due che non è a è sicuramente b, mi sembra già un proficuo esercizio mentale.  D’altronde non scholae sed vitae discimus e in questa vigilia elettorale sono molti che ci spiegano come la quintessenza della dignità democratica e l’unica garanzia di governabilità consistano proprio nel fare una scelta del genere, optando, se si è in Lombardia, tra un Martinazzoli e un Formigoni o, se in Campania, tra un Basso e un Lino, in attesa di più impegnative dicotomie su scala nazionale.   Tertium, come si dice, non datur.  Non vorranno certo, quei bravi giovani di Massa, cedere alle lusinghe del sistema proporzionale.  Le lascino a noi, inguaribili nostalgici di una democrazia articolata.
        Della scuola, come della politica, comunque, è bene fidarsi solo fino a un certo punto. Gli insegnamenti dei miti, spesso, sono ambigui.  Teseo, quel porco, piantò Arianna in Nasso, nel senso dell’isola, ma per lei, in definitiva, fu una bella fortuna, non solo perché certi tipi è meglio perderli che trovarli, ma perché da lì l’avrebbe salvata il dio Dioniso ed essere salvata da un dio non era – anche allora – cosa di tutti i giorni.  E poi bisogna sempre sapersi guardare dai trucchi e non credere che tutto funzioni per dicotimie.  Dipende sempre da quali sono gli a e i b che ti propongono. Arianna era sì una fanciulla cretese –  d) –, ma non per questo non era figlia di Minosse – c) – , e  quindi era  anche –  a) – la sorella di Androgeo e ci piacerebbe sapere quanti studenti di Massa si sono accorti della trappola.   Analogamente, le proposte e i programmi del candidato a potrebbero non essere troppo diversi da quelle del suo concorrente b.  Non tutte le risposte multiple, ahimè, si escludono a vicenda e l’operazione di sceglierne una può rivelarsi, talvolta, di una sconcertante futilità.

12.03.’00