Questioni di priorità

La caccia | Trasmessa il: 12/06/2005




Non so voi, ma io non credo che la proposta dell’assessore Maiolo di dare una mano ai milanesi anziani, finanziandogli, almeno in parte, il viagra, abbia un grande futuro.  È bastata una settimana per declassarla da seria iniziativa bipartisan, capace di suscitare, una volta tanto, il consenso di tutte le forze politiche, a sperimentazione da mandare avanti senza impegni né stanziamenti, fidando sulla (improbabile) generosità delle case farmaceutiche produttrici.  E capirete: è stato fin troppo facile obiettare che altre, e ben più gravi, sono le difficoltà che attanagliano i cittadini che hanno superato la mezza età: problemi di alloggio e di pensione, di assistenza domiciliare e di consulenza sanitaria, di inserimento sociale e di solitudine.  Il vicesindaco prima, i consiglieri della Margherita poi e quanti in seguito gli si sono accodati in questo richiamo alla logica delle priorità (compresa, direi, una buona parte degli ascoltatori di Radio Popolare che hanno partecipato al “microfono aperto” che la nostra emittente ha dedicato al problema) hanno avuto buon gioco a cambiare le carte in tavola.  Quelli che nei primi giorni venivano descritti sui giornali come arzilli vecchietti non domi, simpatici nella loro ostinata vitalità, sono sfumati, via via, in figure un tantino più ambigue, capaci di anteporre la ricerca del piacere all’assunzione di quelle responsabilità che l’età provetta, in ogni caso, comporta.  Non sono stati in pochi a dubitare che molti di loro cercassero nella mitica pillola azzurra non tanto  una rivitalizzazione dei rapporti coniugali, quanto lo strumento di chissà quali trasgressioni senili.  Altro che viagra: i cittadini attempati hanno il preciso dovere di starsene a casa propria, in attesa dei servizi che al loro stato più si confanno: pasti caldi, lenzuola pulite, infermieri esperti, fisioterapisti capaci e quant’altro può giovare agli organismi malconci.   L’Eros, come spiegava Sofocle, è un padrone crudele ed esigente da cui l’anziano, sotto sotto, è felice di essersi liberato

        La reazione, citazione di Sofocle a parte, era affatto prevedibile.  È difficile che nell’Italia di Berlusconi, di Prodi e del cardinale Ruini faccia molta strada la proposta di agevolare a spese pubbliche la vita sessuale di una categoria qualsiasi di cittadini.   Sappiamo tutti che ai nostri politici, laici quando va bene,  ma non laicisti, mi raccomando, la sessualità interessa soltanto nella misura in cui la si può reprimere o umiliare e che gli unici provvedimenti che costoro riescono a concepire a favore della famiglia sono gli assegni di natalità.  La sessualità degli anziani non ha, per forza di cose, alcuna valenza riproduttiva e basterebbe questo per caricarla, agli occhi della chiesa, e di quanti dalla chiesa sai fanno guidare, di una irredimibile negatività.  In più di quindici anni di frequentazione del centro destra, evidentemente, la Tiziana Maiolo non ha ancora capito che l’unica posizione bipartisan possibile in questo paese è quella di chi si piega disciplinato ai voleri del clero.

        Poi, siccome questa politica è ipocrita, sappiamo tutti che gli anziani non avranno il viagra e non avranno neanche quei servizi in più che all’elargizione del viagra sono stati strumentalmente contrapposti.  Se gli andrà proprio bene, il prossimo agosto, oltre a portarli a prendere il fresco nei centri commerciali, gli organizzeranno il campo da bocce e la pista del liscio dietro il Castello Sforzesco.  Non è proprio detto che gli piacciano (anche perché nei parametri dell’anzianità rientrano ormai parecchi individui che sono stati giovani negli anni ’60, quando il liscio non era precisamente al suo acme), ma la tradizione è la tradizione.  E nessuno della Margherita, naturalmente, avrà alcunché da obiettare.