Federico, il protagonista di questo primo noir di Roberto Giardina, giornalista
palermitano specializzato in cose tedesche, deve essere uno di quegli italiani
all’estero il cui voto tanto ha contribuito a migliorare la situazione
politica del paese. Siciliano anche lui, è proprietario e gestore
del più noto ristorante italiano di Berlino e tiene incorniciata all’ingresso
la famosa copertina, non proprio complimentosa, che lo Spiegel dedicò a
Berlusconi quando l’ex capo del nostro governo diede del Kapò a un dirigente
socialdemocratico tedesco in piena assemblea di Bruxelles. La cosa
può dar fastidio a qualche tavolata di connazionali diversamente orientati
e sembra poco seria a un austero padrino della Mafia in visita, ma lui
continua a tenercela. Non è quella, d’altronde, la causa dei suoi
guai Il fatto è che il succitato padrino si è messa in testa la strana
idea di fargli ritrovare la figlia, che si dice fuggita in Germania con
un giovanotto di quelle parti, e si sa che a incarichi del genere, nel
Brandeburgo come in Sicilia, è sempre pericoloso sottrarsi. Per cui
il poveraccio deve mettere tra parentesi le normali preoccupazioni che
affliggono gli imprenditori in terra tedesca (cameriere germaniche che
si innamorano di tuttofare curdi e vogliono portare il chador, gangster
rumeni che tengono in ostaggio una madre troppo propensa al gioco di azzardo
eccetera) e deve mettersi all’opera: la ricerca, dopo la scoperta di un
paio di imprevisti cadaveri, lo riporterà in Sicilia, dove si farà accompagnare
dall’ex moglie, di professione pastoressa luterana, se si dice così, con
il benefit aggiuntivo di poter mettere a confronto sul campo le rispettive
Weltanschauungen.
Il tutto è molto ben congegnato, anche se la
soluzione del mistero non va certo oltre la portata delle capacità del
lettore medio. Ci tocca l’obbligo, però, di segnalare una cosa:
la Colorado noir, si sa, è nata con lo scopo preciso e dichiarato di individuare
testi e autori suscettibili di rielaborazione cinematografica e televisiva
– c’è dietro lo zampino, oltre che di Sandrone Dazieri e Giorgio
Gosetti, di Gabriele Salvatores e del suo produttore preferito – e
ogni tanto gli autori sono tentati di prendere il progetto un po’ troppo
alla lettera. Pizza con crauti, così, sembra, più che un vero e proprio
romanzo, la novelization della tipica sceneggiatura di una commedia con
Abatantuomo e si capisce che l’elemento noir ci è stato cacciato dentro
un po’ di forza. Ma è un testo spiritoso, scritto estremamente bene,
con copia di sicilianismi che il lettore esperto di glottologia potrà utilmente
mettere a confronto con la volgata di Camilleri, scoprendo che a Palermo
“un po’” si dice un’anticchia e non tanticchia come a Vigata e a Montelusa,
e – insomma – gialli così nel panorama odierno non guastano certo. E
poi, naturalmente, dobbiamo essere tutti grati agli emigrati come Federico
e possiamo perdonargli se ogni tanto indulgono a qualche luogo comune.
13.04.’06
Roberto Giardina, Pizza con crauti, Colorado noir, pp. 353, € 15,00