In questo Alta marea, poi, la proposta che i lettori si trovano davanti è ancora più ricca, nel senso che l’autore non ha esitato a partire da una situazione classica, quella – per intenderci – dei Corpi al sole di Agatha Christie, e di portarla, dopo uno sviluppo di impostazione contemporanea, a una conclusione che più agathachristesca di così non potrebbe essere. Un caso interessante (e non molto frequente) di contaminazione riuscita, e se anche la trama, dopo una partenza fulminea, si sfilaccia un po’ verso la metà del volume, il tentativo va incoraggiato.

La Gran Bretagna è cambiata, naturalmente, ma offre sempre delle figure pittoresche su cui fantasticare: in questo caso vi toccheranno, oltre all’investigatore capo e ai suoi collaboratori, una ex diva del pop, un antipatico campione di golf professionista, una psicologa della polizia dal comportamento piuttosto disinibito e un misterioso serial killer che cita Coleridge e usa la balestra. Per i vostri tre euro e sessanta, lo ammetterete, è un autentico affare.