Oro, incenso e mitra | Massimo Marcotullio

Gialloliva | Trasmessa il: 01/30/2012


    L'ultimo giallo di Massimo Marcotullio è in circolazione già da qualche mese, ma, visti i problemi di distribuzione della piccola editoria, può darsi che vi sia sfuggito e sarebbe proprio un peccato. L'autore, anche se negli ultimi anni ci ha un po' traditi con il genere storico, resta tuttavia uno degli esponenti più originali del noir italiano e il ritorno in pista del suo Beo Fulminazzi, il protagonista di La morte e il salumiere (2003) e Il corpo del mondo (2006), non poteva essere più clamoroso. Per non dire che un titolo come Oro, incenso e mitra è già tutto un programma.
    È questo Fulminazzi, come ricorderete, una versione padana e molto ruspante del duro dell'hard boiled. Ma non lasciatevi ingannare dall'aggettivo “padano”, che gli si addice esclusivamente sotto il profilo geografico e antropologico. Dal punto di vista ideologico è un vero democratico: ha militato in gioventù nella sinistra extraparlamentare e non rinnega ideali e stili di vita di allora. Per cui se un bel giorno gli si presenta in casa un giovanotto che gli assicura di essere suo figlio, frutto fino ad allora ignorato di una storia importante di quegli anni turbinosi, cosa può fare un povero investigatore libertario? Ripudiarlo certamente no, rinnegare il passato nemmeno, per cui se lo prende in casa e cerca di rassegnarsi all'idea di avere famiglia. Il ragazzo è un esperto di informatica, si chiama Kyriam, in omaggio agli interessi esoterici della madre (che è partita per l'India, o qualcosa del genere) e ha un'identità sessuale un po' incerta: in compenso si porta dietro un fior di ragazza, Arianna, che ha la simpatica tendenza a girare per casa completamente nuda, creando qualche intuibile problema al vecchio mandrillo ospitante. Ma questi problemi si risolvono con facilità: sono molto più complicati quelli che Fulminazzi deve affrontare dal punto di vista professionale. Viene incaricato da un'improbabile Associazione Italiana Vittima delle Sette di indagare su certi Fratelli dell'Ecumene, organizzazione religiosa dai vasti interessi terreni, banche, ospedali, cooperative e quant'altro, secondo un modello che ai lettori lombardi probabilmente farà venire in mente qualche parallelo suggestivo, e scoprirà, grazie all'aiuto di un prete operaio tostissimo e di certi militanti del circolo Gaetano Bresci di Cinisello Balsamo, che gli Ecumenici sono particolarmente ammanicati con il giro delle multinazionali farmaceutiche e questo è ancora niente, perché in realtà i loro interessi portano in una dimensione molto più scottante e pericolosa... Insomma, siamo appena all'inizio, ma avrete capito il taglio della storia. Che si concluderà nel più scatenato dei modi, quando Fulminazzi, con l'aiuto di Arianna, di Kiriam e di un certo numero di ex combattenti, reduci dalle guerre balcaniche e altre esperienze consimili, organizzerà una sorta di commando di disperati per fare irruzione nel castello appenninico in cui deve aver luogo una riunione molto segreta con certi misteriosi americani. Insomma, siamo di fronte a un thriller d'azione a sfondo politico ideologico di quelli che in Italia non si scrivono troppo spesso, un romanzo dichiaratamente sopra le righe, che a volte sorpassa un po' i limiti della credibilità, ma si fa leggere che è un piacere. Per chi non conosce né Marcotullio né Fulminazzi è l'occasione di porre fine a una grave lacuna della loro cultura. Gli altri stiano attenti a non divertirsi troppo, perché Oro, incenso e mitra è un'opera più seria di quanto non sembri e la realtà che racconta non è esclusivamente di fantasia.
30.01.'12
Massimo Marcotullio, Oro, incenso e mitra, "Impronte" – Todaro, pp. 247, € 16,00; CHF 24,-.