Orchidee nere | Rex Stout

Gialloliva | Trasmessa il: 03/05/2012


    Il secondo tomo della serie che le edizioni Beat dedicano alla ristampa delle opere di Rex Stout con Nero Wolfe e Archie Goodwin rappresenta, dal punto di vista strettamente bibliografico, una autentica chicca. Contiene due racconti lunghi, il primo, quello che dà il titolo al volume, del 1941 e il secondo, Cordialmente invitati a incontrare la morte (Cordially Invited to Meet Death), dell'anno dopo, che rappresentano senza dubbio, tra tutti i titoli del canone i meno conosciuti. Stout era uno specialista del formato intermedio, quello che sul mercato americano viene di solito definito come novellette, e nei racconti lunghi spesso dava il meglio di sé. Tanto è vero che ne soleva raccogliere due o tre esemplari per volta in volumi che pubblicava regolarmente alternandoli ai romanzi veri e propri. In Italia questa produzione è apparsa in ordine sparso, in supplementi ai vari periodici Mondadori e in qualche antologia, e solo nel 1983 Oreste del Buono la rese accessibile tutta in una collana da edicola, “I romanzi brevi di Rex Stout”. Fu appunto nel primo numero di quella serie che i nostri due racconti fecero una delle loro rare comparse italiane: naturalmente sono introvabili da decenni. Ritrovarli adesso è un'occasione preziosa.
    Come sempre negli Stout prima maniera le situazioni sono insolite e le trame complicate. Ma nei racconti, più che alle trame, l'autore è interessato alla definizione dei personaggi, alla costruzione del loro mito e alla definizione del loro singolare ménage. Così, in Orchidee nere, Wolfe è spinto dall'invidia a infrangere una delle sue regole più ferree, uscendo da casa per visitare l'esposizione floreale in cui sono esposti certi rari ibridi di orchidea che lui non è mai riuscito a ottenere: avrà la fortuna di imbattersi in un assassinio (è noto che nei gialli ovunque va l'investigatore, sia pure per ragioni di diletto privato, trova sempre un morto) e di togliere da una situazione imbarazzante, ponendogli degli ovvi obblighi di gratitudine, il coltivatore che ha prodotto i rari esemplari. Che è poi quel Lewis Hewitt, milionario con tenuta e serre a Long Island, che ritroveremo spesso nel ciclo come amico e rivale di Wolfe e che qui fa la sua prima comparsa. In Cordialmente invitati a incontrare la morte, che è una complicata vicenda di lettere anonime e di minacce ai danni di quella che oggi definiremmo una organizzatrice di eventi, un tipo eccentrico che tiene nella sua villa suburbana orsi, alligatori e scimpanzé allo stato brado, faremo invece la conoscenza di Maryella Timms, l'unica donna cui Wolfe abbia mai concesso di accedere alla propria cucina, visto che le sue competenze culinarie sono tali fa far passare in secondo piano quello che, per un misogino inveterato come lui, è il peccato capitale di essere donna: figuratevi che è lei che risolve l'annoso problema del polpettone brasato, un piatto che aveva tenuto a lungo in iscacco lo stesso Fritz, il cuoco di casa, consigliando di aggiungere all'impasto delle frattaglie di maiale tritate. Il personaggio non avrà altre occasioni per farsi vedere nel ciclo wolfiano, ma questa sua unica comparsa è decisamente sensazionale e offre lo spunto per un paio di scene memorabili.
    Che volete che vi dica? Stout scrive benissimo e questi racconti, anche se non hanno ancora raggiunto l'equilibrio del periodo maturo, sono degni della sua penna. Chi non li conoscesse è formalmente tenuto a prenderne immediata visione. A tutti, comunque, buon divertimento.

    05.03.'12
    Rex Stout, Orchidee nere (Black Orchids, 1941), tr. it. di Laura Grimaldi, "Le inchieste di Nero Wolfe" – Beat, pp. 217, € 9,00