Omicidio di gala | Patrick Quentin

Gialloliva | Trasmessa il: 03/22/2010


    C'è un'altra ristampa interessante in edicola: uno degli ultimi romanzi apparsi, sul finire degli anni '50, per la firma di Patrick Quentin, un piccolo classico di quegli anni così fecondi per il nostro genere preferito, che non veniva ristampato in Italia dal 1971. Dico “per la firma” perché quello di Patrick Quentin non è, a senso stretto, né un nome d'autore né uno pseudonimo: è piuttosto la “ragione sociale” sotto cui si nasconde, sin dai primi anni '30, la collaborazione di un gruppo variabile di autori. Tra loro, i più importanti, attivi insieme dal '36 al '52, furono Richard Wilson Webb e Hugh Wheeler: poi Wheeler, raro esemplare di scrittore britannico trapiantato negli States, proseguì da solo, e a lui va quindi attribuito questo volume, l'ultimo, se non mi inganno, della sua vasta produzione. Le sue opere individuali, comunque, non differiscono un granché da quelle scritte in collaborazione: si tratta di solide storie di detection alla Ellery Queen, con una forte influenza del nascente sottogenere noir, visibile in una partecipazione emotiva dei personaggi maggiore di quanto si usasse prima e nell'utilizzo di certe situazioni tipiche, come quella dell'innocente intrappolato in una rete apparentemente inestricabile di indizi a carico (un tema, tanto per fare un paio di altri nomi, caratteristico di Cornell Woolrich e destinato a essere portato alla perfezione da Hitchcock). È questo il leitmotiv, in fondo, anche di Omicidio di gala,la storia di George Harley, marito infedele ma tormentato, che non vede l'ora di divorziare dalla moglie, ricca dama dell'alta società newyorkese, per sposare la dolce segretaria, ma si lascia impegolare dalla necessità di fornire un alibi a una figliastra amatissima, ancorché un po' scemetta, e si trova coinvolto fino al collo nell'omicidio di un brutto tipo di gigolo. E vani, naturalmente, sono tutti i tentativi di depistare l'inflessibile tenente Trent, una specie di predecessore molto meno scalcagnato del suo parigrado Colombo.
    Cosa devo dirvi: la situazione è convenzionale, la descrizione di ambiente è datata e i rapporti tra i personaggi sfociano un po' troppo spesso nel mélo sentimentale, ma la trama non ha una smagliatura e l'insieme regge benissimo a una lettura o una rilettura. È di prodotti artigianali di questo genere che si sostanzia la storia del giallo ed è un vero piacere ritrovarli ogni tanto. Vista l'esiguità della spesa potete anche azzardarvici: mi saprete dire.
22.03.'10
Patrick Quentin, Omicidio di gala (Shadow of Guilt, 1959), tr. it. di Alberto Tedeschi, "I classici del Giallo Mondadori" n. 1248, pp. 204, € 4,20