Sentite un po’ se questa situazione
vi ricorda qualcosa: una misteriosa esplosione squarcia la carlinga di
un grosso aereo di linea, che precipita in mare a pochi chilometri dalla
costa. Non ci sono superstiti né tra i passeggeri, né tra l’equipaggio.
Sulle cause della tragedia, le ipotesi sono varie, da quella del
cedimento strutturale a quella dell’impatto con un corpo estraneo, magari
un missile: è a quest’ultima, in particolare, che sembra rinviare la maggior
parte delle testimonianze di chi ha assistito al fatto da terra. Ma
le autorità competenti hanno deciso che di disgrazia accidentale debba
trattarsi, e gli sforzi di quanto cercano di dimostrare una verità diversa
si infrangono contro il classico muro di gomma, eretto in gran parte dall’ostilità
delle agenzie governative.
Non
vi sto parlando, naturalmente, di cose italiane. L’incidente in
questione è avvenuto il 17 luglio 1996 al largo di Long Island, vicino
a New York, e il thriller di questa settimana, Notte fatale, di
Nelson DeMille, prolifico autore americano di bestseller, ricostruisce
in forma romanzesca le relative indagini, concentrandosi soprattutto sugli
sforzi del protagonista, un ex poliziotto di New York aggregato all’antiterrorismo,
di superare omertà e boicottaggi dall’alto, nel senso che né l’FBI né
la CIA sembrano interessatissime a una verità diversa da quella ufficiale.
Eppure sembra che esista una testimonianza decisiva, corredata da
solide prove video, e il fatto che chi cerca di metterci sopra le mani
finisca per essere trasferito in posti come lo Yemen o la Tanzania fa capire
che non si tratta di qualcosa di irrilevante. La verità verrò a
galla, naturalmente, visto che siamo in un romanzo, ma nessuno avrà motivo
di compiacersene, perché certe verità, in un paese che si pretende democratico,
fanno davvero male
L’impianto,
così come ve lo ho raccontato, potrà sembrarvi banale sul piano della trama
e su quello ideologico e la soluzione, per chi stia appena un po’ attento
alle date, è abbastanza prevedibile, ma il romanzo è impostato con grande
professionalità e, nonostante la mole cospicua, si legge di un fiato. È
su prodotti di questo genere, dopo tutto, che si alimenta la grande narrativa
di consumo americana, e da un romanzo come Night Fall si può sempre
imparare qualcosa. Se ti lasciano, naturalmente: in Italia, quando
Loriano Macchiavelli cercò di fare qualcosa del genere a partire dalla
parallela tragedia di Ustica, fu denunciato e condannato su istanza del
ministero competente e del suo romanzo, prontamente sequestrato e mandato
al macero, non si sono avute più notizie. Ma il nostro, si sa, è
tutto un altro paese.
20.06.’05
Nelson DeMille, Notte fatale (Night Fall), tr. it. Renato Pera, "Omnibus" – Mondadori, pp. 477, € 18,60