Nido vuoto | Alicia Giménez-Bartlett

Gialloliva | Trasmessa il: 05/21/2007


    È da una decina di anni, ormai, che l’ispettore Petra Delicado, della polizia di Barcellona, e il viceispettore Garzón, suo instancabile, sia pur riluttante, braccio destro, tengono alto il prestigio del giallo spagnolo e, naturalmente, con il tempo sono cambiati. Se nei primi romanzi – che rappresentavano, credo, la proiezione letteraria di una classica serie televisiva cui aveva lavorato l’autrice – il contraddittorio tra i due personaggi nasceva in gran parte da problemi di genere e di ruolo, nel senso che non era facile per il viceispettore mettersi agli ordini un superiore donna, per di più abbastanza emancipata sul piano dei comportamenti e palesemente più sveglia della maggior parte dei maschi disponibili sul mercato, adesso tra i due si è istituita una specie di complicità, a spese degli aspetti più clamorosamente globalizzati della società spagnola. Ormai si comportano, se è lecito dirlo, come due vecchi brontoloni che trovano da ridire praticamente su tutto quello che gli passa sotto gli occhi. Ma sono anche abbastanza elastici per capire che il mondo è quello che è e che bisogna tenerne conto, se si vuole portarvi quel minimo di ordine che tocca agli investigatori dei gialli portarvi e i loro battibecchi, comunque, restano deliziosi.

    Quanto alle loro indagini, sono sempre una cosa seria, anche quando nascono da situazioni che troppo serie non sembrano, come quella iniziale di questo Nido vuoto, in cui la povera Petra, mentre staziona, per così dire, nella toilette per signore di un centro commerciale, si vede rubare la borsetta da una bambina abbastanza esile da infilare il braccino sopra la porta di uno dei loculi. E il problema, si scoprirà presto, è tutt’altro che futile, perché nella borsetta c’è la pistola d’ordinanza dell’ispettore e con quella pistola qualcuno si dedicherà ben presto al compito di eliminare una serie di loschi figuri legati al mondo dello sfruttamento infantile e della immigrazione clandestina. La soluzione del caso, ovviamente, è meno ovvia di quanto non sembri e comporterà per i due investigatori la necessità di una lunga e dolorosa immersione in uno dei settori meno gradevoli del mondo criminale. Ma visto che, almeno nei gialli, la virtù viene premiata, gli sforzi compiuti da entrambi determineranno una svolta inattesa nella loro vita privata (non vi dico quale, naturalmente) e speriamo solo che l’esito non comporti la conclusione della serie. Sarebbe un vero peccato, perché ai gialli della Giménez-Bartlett si finisce immancabilmente per affezionarsi, nonostante si tratti di prodotti, tutto sommato, leggeri, che, strutturati come sono su un modello non particolarmente originale, affidano il loro appeal soprattutto alla levità della scrittura, ai frequenti tocchi umoristici e alla capacità di vedere la realtà metropolitana con occhi critici, sì, ma senza abbandonarsi al pathos. Certo, Pepe Carvalho ci si sarebbe incazzato parecchio, ma non è obbligatorio essere Pepe Carvalho, nemmeno se si fa l’investigatore a Barcellona.

    Alicia Giménez-Bartlett, Nido vuoto (Nido vacío), tr. it. di Maria Nicola, "La memoria" – Sellerio, pp. 398, € 13,00