Nessun male | Bruno Pampaloni

Gialloliva | Trasmessa il: 12/03/2007




Nell'ambito della ristrutturazione, piuttosto decisa, alla quale la nuova direzione di Sergio Altieri sta sottoponendo il Giallo Mondadori e le collane correlate, merita una segnalazione particolare la comparsa di questa serie di “supplementi”, volumetti mensili di esile mole e dall'impostazione grafica piuttosto originale, destinati sia a ri­proporre titoli già apparsi altrove, sia a dare spazio, ogni tanto, a qualche novità.  Così, il volume di ottobre (che dovreste trovare ancora in edicola senza difficoltà) è dedicato a un quasi esordiente: Bruno Pampaloni, genovese, trentenne, già autore di un Li vuoi tutti morti pubblicato dalla Fratelli Frilli e quindi di quasi impossibile reperi­mento, visti i problemi di distribuzione che affliggono gli editori minori e i Fratelli Frilli in particolare.  Un peccato, perché, a giudicare da questo Nessun male, il ragazzo ha la mano sicura e tutte le caratteristiche per proporsi come un protagonista della nuo­va generazione di autori italiani di thriller.

       Ora, tutti sappiamo chi sia Altieri e quali siano i suoi gusti e le sue tendenze e non non c'è niente da stupirsi se un autore patrocinato da lui opera nell'ambito del sottogenere noir di azione.  Pampaloni, tuttavia, dimostra di possedere una sua spic­cata originalità: condivide con il suo mentore lo scarso o nullo interesse per la detec­tion, ma non sembra apppassionato neanche delle trame avventurose tipiche del thriller nazionale e preferisce concentrarsi decisamente sul personaggio centrale, co­struendo, con grande economia di mezzi, una sorta di noir psicologico che ogni tanto può fare venire in mente persino Jim Thompson.

       Nessun male
, in definitiva, è la storia di un assassino visto fin dall'inizio in quanto tale.  Non si tratta, tuttavia, di uno dei soliti killer: il protagonista è un borghe­se come tanti, un professionista insospettabile, con una serie di problemi di relazione tutt'altro che inediti, nel senso che è incapace di comunicare con un fratello che ha scelto, per motivi che lui non riesce a capire, la strada della cooperazione nel Terzo Mondo, o che non può più sopportare la devozione della fidanzata, o non ha mai ela­borato il lutto per il dissidio tra i genitori.  Nulla di straordinario, in definitiva.  Ma lui ha un problema in più: l'incapacità patologica di sopportare, in sé e negli altri, il dolore, qualsiasi forma di dolore.  E per liberarsene uccide, con una freddezza e una indiffe­renza da autentico professionista.

       La storia, naturalmente, non è tutta qui.  Vi hanno parte anche l'ambiguo diri­gente della ONG dove lavora il fratello, una vecchia domestica affezionata con un fi­glio militare in Afghanistan e un immigrato di origine araba specializzato nella ripara­zione a domicilio di hardware, ma si tratta, tutto sommato, di elementi di contorno, che non mettono mai in discussione la centralità del protagonista.  Nessun male più che un romanzo tradizionale è una specie di studio psicologico in chiave thriller, di un genere di cui finora mancavano veri e propri esempi nella produzione italiana.  Non è detto che debba piacere a tutti, ma motivi di interesse ne offre parecchi.  E, natural­mente, benvenuto all'autore.



03.12.'07


Bruno Pampaloni, Nessun male, "Il Giallo Mondadori presenta", suppl. al n. 2937 del “Giallo Mondadori”, pp. 191, € 4,50 (in edicola)