Nelle mani giuste | Giancarlo De Cataldo

Gialloliva | Trasmessa il: 10/08/2007



Era inevitabile, dopo il successo di Romanzo criminale, film e tutto, che presto o tardi ne comparisse se non proprio un seguito, almeno una conseguenza, se mi permettete la distinzione.  E infatti De Cataldo, dopo aver lasciato passare un ragionevole lasso di tempo, torna in libreria con un’altra libera interpretazione dei misteri italiani del recente passato.  D’altro canto, quello dei misteri italiani è ormai un sottogenere affermato e stabilito, di quelli che “tirano”, come dimostra il successo, tra gli altri, di Confine di stato di Simone Sarasso ed era fin troppo ovvio che il suo legittimo inventore non se lo volesse lasciar scappare di mano.
       Così, archiviati i tempi eroici della banda della Magliana, ci troviamo all’inizio degli anni ’90, in una fase confusa della vita nazionale in cui, di fronte a quella che a molti sembrava l’eclisse definitiva della vecchia classe dirigente, nessuno, né a livello politico né nel milieu poliziesco e criminale, capiva bene che cosa sarebbe successo.  Ma la storia, si sa, non ammette vuoti, soprattutto in Italia, dove esistono da sempre organizzazioni e strutture di carattere tutt’altro che transeunte.  Così quegli anni, oltre a rappresentare il periodo di incubazione del berlusconismo,  sono anche quelli della grande offensiva della mafia, delle stragi di Palermo e di Capaci, degli attentati al teatro di Maurizio Costanzo, all’Accademia dei Georgofili e al PAC di Milano: quello che allora sembrò un nuovo assalto, come si diceva, al “cuore dello stato”, ma poteva anche essere interpretato, chissà, come un inedito calare di carte in tavola, una paradossale richiesta di trattative.  In questo quadro di alta ambiguità si muove (si agita) un certo numero di personaggi altrettanto ambigui, compresi un paio di reduci di Romanzo criminale: perseguono tutti lo stesso obiettivo, quello di impedire che il paese cada in quelle che, dal loro punto di vista, sono le “mani sbagliate”, ma ciascuno lo fa a modo proprio, seguendo vie tortuose e dall’esito oscuro.  E poi ciascuno deve esorcizzare i propri fantasmi privati: in fondo anche gli agenti dei servizi deviati, i mafiosi di vario livello, i politici riciclati o da riciclare e gli imprenditori in bilico tra un centro di potere e l’altro hanno le loro debolezze, erotiche o d’altro tipo, per non dire di tutta una rete di rapporti e relazioni personali da salvaguardare.  Insomma, è una situazione complicata, forse anche troppo, perché il romanzo la racconta a partire da una varietà di punti di vista non coincidenti e soltanto verso la fine il lettore comincia ad avere una vaga idea di che cosa stia succedendo davvero, che è, peraltro, la situazione in cui fin dall’inizio si trovano i vari attori del dramma e in cui, forse, allora eravamo tutti.  La lettura, all’inizio, può sembrare un po’ faticosa, ma conviene tener duro, perché De Cataldo, se non è esattamente un mago della trama, ha una grande capacità di evocare situazioni e descrivere personaggi e il suo linguaggio, nutrito da una valanga di atti giudiziari e di intercettazioni ambientali, è straordinariamente realistico.  Non ci troviamo, forse, di fronte a un capolavoro come Romanzo criminale, ma Nelle mani giuste è un romanzo di impianto solido e di saldo impegno civile: qualcosa che merita comunque di essere letto.


08.10.’07

Giancarlo De Cataldo, Nelle mani giuste, Einaudi Stile Libero – "Big", pp. 336, € 15,80