L'uomo di Bangkock | John Burdett

Gialloliva | Trasmessa il: 06/07/2004


    Di gialli veri e propri ambientati a Bangkock finora non se ne conoscevano (io, per lo meno, non ne conoscevo), ma, la fama della capitale thai, tra cronaca nera, leggende metropolitane e spy stories, è tale da far supporre in anticipo a qualsiasi lettore che cosa se ne possa aspettare: un esotismo molto globalizzato, corruzione a manetta, turisti assatanati, prostituzione dilagante, gangster da far invidia alla Chicago degli anni ’20 e un po’ di antropologia comparata, nel senso della contrapposizione tra la raffinatezza e la leggiadria della cultura locale e la volgarità grossolana dei modi di vita imposti dall’Occidente. Tutti gli elementi in questione, di fatto, sono presenti in questo Uomo di Bangkock, brillante opera prima di un John Burdett, ex avvocato americano con larga esperienza dell’estremo oriente, che la Sperling & Kupfer manda in libreria in questi giorni. Ma si sa che non bisogna mai giudicare un libro prima di averlo letto (possibilmente fino alla fine) e certe supposizioni, per legittime che siano, rischiano di risultare un pochino affrettate. Il tenente Sonchai, della reale polizia tailandese, per quanto sangue misto e figlio di una prostituta dalla clientela internazionale, non è soltanto un alieno pittoresco. Se le motivazioni di indole personale con cui affronta le indagini sono, in sé, abbastanza consuete, il punto di vista “buddista” che via via mette in luce non è enunciato tanto per dire, e la ricerca affannosa degli assassini di un sergente dei marines trovato nella sua automobile tra le spire di un pitone e un groviglio di cobra impazziti si risolverà in un viaggio nei misteri di quella città molto più allucinante e istruttivo di quanto si possa pensare a prima vista, fino alla scoperta finale, per cui il problema non è quello soltanto di incastrare un ricchissimo collezionista di giade antiche, protetto dal governo, dall’ambasciata americana e, probabilmente, dalla CIA (che non sarebbe – in fondo – niente di nuovo, nel mondo del thriller esotico), ma comporta, in aggiunta, una difficile riflessione sul tema della propria identità personale e culturale. È proprio vero che al genere noir si può far dire praticamente di tutto.

    07.06.’04
    John Burdett, L'uomo di Bangkock (Bangkock 8), tr. it. di Claudia Converso, "Narrativa" – Sperling & Kupfer, pp. 341, € 17,00