L'ora decisiva | Lee Child

Gialloliva | Trasmessa il: 06/04/2012


    Lee Child è inglese, di Coventry, ma da quando, nel 1997, ha imboccato la via della narrativa, ha sempre ambientato i suoi romanzi negli Stati Uniti, specializzandosi in un sottogenere tipicamente americano, quello che, in mancanza di meglio, potremmo definire “bestsellerone d'azione esagerato”: massicci romanzi in cui, con apparente realismo, ma senza lasciarsi intimidire dalle situazioni estreme, si dipanano complesse trame d'azione, con i vilains più vilain, che si possono immaginare, i programmi delittuosi più complicati che mai criminale abbia concepito e i detectives più duri capiti di incontrare sul pianeta. La combinazione può sembrare banale, ma se trattata con la dovuta professionalità, incatena immancabilmente l'attenzione del lettore. Rispetto ai tanti colleghi che si guadagnano il pane scrivendo questo tipo di storie, Child aggiunge un tocco di originalità nella caratterizzazione del protagonista: il suo Jack Reacher, ex comandante della polizia militare, per motivi che forse sono stati spiegati all'inizio della serie, ma oramai sono dati dai fan per assolutamente scontati, ha deciso di non mettere radici da nessuna parte, organizzando la propria esistenza in termini di vagabondaggio radicale: non ha una casa, né altre proprietà, né un'automobile, un furgone, un caravan e neanche, per dirla tutta, una valigia o una borsa da viaggio. Trascorre il suo tempo passando in autobus da una località all'altra, dorme nei motel e quando i vestiti che ha addosso si fanno importabili, non li manda in lavanderia, ma li getta via e ne compra di nuovi. Ha reciso tutti i legami con il passato e quelli che stringe nel corso dei casi in cui viene coinvolto, sono destinati a durare soltanto per la durata del romanzo.
    In questo L'ora decisiva il nostro vagabondo è bloccato, in seguito a un incidente occorso al pullman di gitanti cui ha chiesto un passaggio, in una sperduta cittadina del South Dakota, nel cuore dell'inverno più gelido che si ricordi in quel paese dal rigidissimo clima. A rendere la situazione ancora più fastidiosa per un tipo come lui è il fatto che nei dintorni sorgono un carcere federale di massima sicurezza che ospita alcuni dei peggiori malavitosi del paese, e una vecchia istallazione militare abbandonata, occupata da una banda di fuorilegge, uno dei quali, identificato da una testimone degna di fede, deve essere processato a breve per spaccio di droga. Ovvio che Reacher, contro ogni suo radicato proposito, sia coinvolto dalla polizia locale nel programma di protezione della testimone, una anziana signora risoluta a fare il proprio dovere a onta di rischi e minacce, e altrettanto ovvio è che il caso si riveli, poco per volta, di dimensioni maggiori di quanto non sembrasse all'inizio, fino a trascendere di gran lunga le dimensioni di qualsiasi processo per spaccio di droga. E per di più non ci vuol molto per rendersi conto che il pericolo probabilmente non proviene dall'esterno, ma si identifica con uno dei membri della comunità, nessuno dei quali può essere escluso dai sospetti. Insomma, come sempre Jack Reacher può contare soltanto su se stesso.
    Nulla di particolarmente originale, come vedete: si tratta di elementi tutti largamente impiegati nel poliziesco d'azione. Ma Lee Child sa il fatto suo: scrittura e ritmo sono perfettamente adeguati alla trama e ne nascondono egregiamente l'implausibilità: basta abbandonarsi alla logica della vicenda e della macchina narrativa che la sorregge. Non sarà letteratura, ma certo è altissimo artigianato a intrattenimento garantito: che volete di più?
    04.06.'12
    Lee Child, L'ora decisiva (61 Hours), tr. it. di Adria Tissoni, "La gaja scienza" – Longanesi, pp. 375, € 17,60