Leslie Silbert, stando al risvolto dell’edizione italiana del suo primo
romanzo, ha trent’anni, si è laureata a Harvard in Storia della Scienza,
si è specializzata a Oxford in Storia del Rinascimento, lavora come detective
in un’importante agenzia di New York, rilevata da un ex agente della CIA
e, a giudicare dalla foto in quarta di copertina, è di aspetto alquanto
grazioso. Ammetterete anche voi che da una giovane donna che tanto
ha avuto dalla vita, sarebbe troppo aspettarsi che sappia anche scrivere.
In effetti, L’informatore, un libro che, vertendo sui casi
di un misterioso manoscritto elisabettiano, mira evidentemente a ripetere
il successo del Codice Da Vinci e ha goduto, in patria, di un notevole
battage pubblicitario, è uno di quei testi che procurano al critico
qualche imbarazzo. Gli elementi di un buon romanzo ci sono tutti:
una protagonista simpatica (una giovane donna che, guarda caso, ha studiato
Storia della Scienza a Harvard e Storia del Rinascimento a Oxford e lavora
come detective in un’importante agenzia di New York, rilevata da un ex
agente della CIA), un’idea di fondo intrigante, nel senso che le peripezie
contemporanee alla James Bond si alternano a una vicenda parallela ambientata
nella Londra del XVI secolo e incentrata sulla figura di quel Christopher
Marlowe, che oltre a essere un eminente drammaturgo è stato coinvolto,
in vita, in oscure storiacce di spionaggio e di malavita e porta, come
se non bastasse, lo stesso cognome di un celebre investigatore hard
boiled. Una giusta mescolanza, insomma, di elementi avventurosi,
eruditi e giallo spionistici, con in più quel pizzico di erotismo discreto
che male non fa. Ma la trama, ahimè, la trama è inutilmente complicata,
al limite della incomprensibilità; la narrazione non riesce quasi mai a
trovare un suo ritmo e la credibilità dei personaggi è praticamente nulla.
Una storia del genere, forse, la si potrebbe leggere con soddisfazione
su un fascicolo di Segretissimo, per la penna di uno dei bravissimi
autori italiani sotto pseudonimo che lavorano per quella testata, ma presentata
con tanta pompa e tanti strilli entusiastici in edizione rilegata riesce
soltanto a irritare. Insomma, se ne consiglia la lettura soltanto
ad appassionati di spionaggio elisabettiano di fede davvero provata. Gli
altri facciano un po’ come credono, ma probabilmente potrebbero trovare
di meglio anche nel deserto delle librerie di gennaio. Vedremo qualcosa
insieme la settimana prossima.
31.01.’05
Leslie Silbert, L'informatore (The Intelligencer), tr. it. Ira Rubini, Sonzogno, pp. 412, € 18,00