Stuart M. Kaminsky ha avuto fortuna, negli anni '80 del secolo scorso, con due serie: quella dedicata all'ispettore Rostnikov della polizia di Mosca, zelante e malinconico tutore dell'ordine nella cupa Unione Sovietica dell'era brezneviana, e quella dell'investigatore privato Tony Peters, uno dei detective più patetici e strapelati dell'intera storia del giallo, uno che pur operando a Hollywood e dintorni verso la metà degli anni '40 e contando tra i suoi clienti personaggi del calibro di Gary Cooper, Erroll Flynn, Judy Garland e i fratelli Marx, riusciva sempre ad arrivare alla fine dei ogni caso gonfio di botte e senza ricevere un soldo. Erano tutti romanzi molto divertenti, anche per chi non fosse esattamente un cinefilo, e aspettiamo con fiducia che qualcuno si decida a ripubblicarli. Nel frattempo l'autore ha creato un nuovo personaggio: Lew Fonesca – non chiamatelo Fonseca, per carità, lo fareste solo incazzare – ex funzionario della Procura di Cook, a Chicago, che, dopo la morte della moglie in un incidente piuttosto sospetto, ha mollato tutto, si è trasferito a Sarasota, in Florida (una tipica meta di pensionati in cerca di un clima mite), dove conduce una esistenza minimale, frequentando qualche amico parimenti maltrattato dall'esistenza, guardando vecchi film noir in bianco e nero in TV ed esercitando, quando proprio non ne può fare a meno, la professione dell'ufficiale giudiziario. Naturalmente, ogni volta che gli tocca di consegnare un atto o rintracciare una persona scomparsa, finisce per cacciarsi nei guai fino al collo, ma questo fa parte delle regole del gioco e né lui né noi abbiamo motivo di lamentarcene. In questa sua terza avventura (le precedenti, Cattive intenzioni e Parole al vento, sono state pubblicate anch'esse da Alacrán) ha l'incarico di rintracciare un consigliere comunale che deve partecipare a una votazione importante sulla riapertura del braccio di mare che dà il titolo al romanzo, con tutte le conseguenze economiche ed ecologiche del caso, e finisce per trovarsi a far da bersaglio ad almeno due distinti maniaci omicidi. Ma visto che nella vita, dal suo punto di vista, non ha assolutamente nulla da perdere, giunge impassibile, anche se un po' malconcio, a consegnare i cattivi alla giustizia.
I romanzi di Lew Fonesca non sono esattamente di tipo creativo, perché il protagonista rappresenta una evidente variante del modello chandleriano del duro dal cuore tenero e le trame, pur credibili e ben argomentate, sono sempre piuttosto lineari. In compenso Kaminsky è un vero genio dell'ambientazione: questa sua Florida per poveri bianchi anziani, con i suoi bar malinconici, i coffee shop a poco prezzo, i discount dei circuiti minori, il campionato di softball per anziani, una realtà piccolissimo borghese alle cui spalle si intrecciano i vari intrighi sul prezzo dei terreni e i costi della conservazione ambientale, è straordinariamente credibile e rappresenta l'apertura di una prospettiva del tutto inedita sullo squallore americano di oggi (l'unico che ha fatto qualcosa del genere, forse, è stato il grande Charles Willeford, e non si tratta di un paragone da poco), a dimostrazione di come le convenzioni del genere possano venire utilizzate al di fuori degli stereotipi, per creare delle situazioni affatto originali. Il fatto che il romanzo sia tradotto da Giancarlo Narciso, che è, anche in proprio, uno scrittore autentico, naturalmente non può che giovare all'insieme.
14.01.'08
Stuart M. Kaminsky, Lew Fonesca – Midnight Pass (Midnight Pass, 2003), tr. it. di Giancarlo Narciso, "I Misteri" - Alacrán, pp. 280, € 14,80