Les neiges d'antan

La caccia | Trasmessa il: 11/07/2010


    Dove sono finite – si chiede il poeta – dove sono Ellen, Cate, Magda, Edi, Lisa, quella di cuore dolce, quella dell'anima chiara, quella di voce vibrante, quella intrisa d'orgoglio, quella felice di vivere? Tutte, come le loro controparti maschili, come gli Elmer, gli Armand, i Bert, i Tom e i Charles, tutte dormono sulla collina. La loro breve stagione è finita e il porto dove sono approdate è il cimitero della cittadina di Spoon River, la in fondo, appunto sulla collina.
    E dove sarà finita – potremmo chiederci noi – la piccola Noemi, che poco più di un anno fa mise in crisi un'intera nazione, spinse una First Lady al divorzio, fu la preda più ambita di giornalisti e fotografi e riempì delle sue gesta innumerevoli pagine, siti e schermi televisivi? Non dorme certo là sulla collina – non ha ancora compiuto vent'anni, poveretta, e tutti le auguriamo una vita lunga e piena di soddisfazioni, – ma certo la sua fama si è attenuata parecchio. Per essere precisi, ormai non se la fila nessuno, nemmeno di striscio, e se si presentasse davanti a Palazzo Chigi coperta soltanto di penne di pavone i cronisti se la sbrigherebbero con un trafiletto.
    E Patrizia, la bella Patrizia, colei che diede nuova fama a una professione già resa illustre da Aspasia e Veronica Franco e, grazie all'accorto uso del telefonino, sembrò tenere sotto scacco un capo di governo, scrisse libri e furoreggiò in talk show e interviste, dove sarà finita Patrizia? Sarà ancora in giro da qualche parte, a perorare lo sblocco della sua concessione edilizia, ma, francamente, la cosa non interessa a nessuno. Anche dai suoi casi si può imparare come fugga veloce la gloria del mondo.
    E la splendida Ruby, intendendo per tale la nominata Karima El Mahroug, la donna che, pur non essendo affatto nipote di Mubarak, quando finiva in Questura faceva scattare a suo pro le più alte cariche dello Stato e della Regione, quella che, l'ultima volta che ho controllato, in una settimana aveva messo insieme la bellezza di 2.490.000 pagine su Google e imperversa tuttora, nella sua vistosa bellezza, su ogni possibile supporto cartaceo o elettronico, dove sarà tra sei, otto, dieci mesi la bella Ruby? Ciascuno è libero di avanzare le congetture che preferisce, ma, io, che pure le auguro di cuore di tenersi alla larga dalla collina (e dalla galera), dubito assai che sarà ancora al centro del pubblico interesse. Anche il suo volto è destinato a impallidire nel ricordo, a sbiadire nel repertorio delle immagini del passato. Ruby... Ruby... Ruby... ci sorprenderemo a borbottare tra noi. E chi era?
    Anche questo, a pensarci, è un sintomo di quanto siamo cambiati i tempi. Le ragazze di Spoon River erano assolutamente ignote al di fuori della cerchia delle loro conoscenze immediate. Non avevano, sembra, particolari virtù, anzi, alcune di esse potevano essere accostate, per qualche verso, a Ruby e a Patrizia – una morì per mano di un bruto in una casa equivoca, un'altra la spaccò l'orgoglio mentre cercava di raggiungere un sogno irreale di amore e un'altra morì nella corsa pazza dietro la vita – ma ciascuna di loro, nella propria irripetibile unicità, incarna certi valori umani che la rendono oggetto di poesia, cioè memorabili anche per noi e chissà per quanto altro tempo a venire. Le ragazze delle cronache televisive di oggi sono notissime, se non a tutti, a milioni di persone, che sanno, o credono di sapere, ogni cosa sui particolari più intimi della loro vita, che, se uomini, fantasticano sul come accedere alle loro grazie, anche se non si possono permettere di elargire le migliaia di euro che, a quanto pare, alcuni potenti a tal fine profondono, o, se donne, rischiano persino di immedesimarcisi, ma non hanno un briciolo d'individualità, sono tutte prodotte con lo stampino degli organi di comunicazione di massa e in quanto tali sono destinate, una volta uscite dalla luce dei riflettori, a un rapido oblio. Non che non posseggano anche loro un quid di personalità, qualche carattere individuale capace di farne un tipo umano, perché qulacosa del genere è concessa a ognuno di noi, ma se ne sono più o meno deliberatamente spogliate, per recitare un'altra più profittevole parte sulla grande platea della società dello spettacolo. Compatiamole e dimentichiamole.
07.11.'10


    Nota

    È fin troppo evidente come queste riflessioni siano ispirate a The Hill (La collina), la poesia introduttiva della Spoon River Anthology (L'antologia di Spoon River) di Edgar Lee Masters (1869-1950), pubblicata nel 1915. Ho fatto riferimento, forse un po' troppo liberamente, alla traduzione di Emilio Mariano, in Orfeo – Il tesoro della lirica universale, Firenze 1949, p.1557 s.