Le zanzare di Zanzibar | Giancarlo Narciso

Gialloliva | Trasmessa il: 05/31/2004


    Ricompare finalmente presso l’editore Fazi, a nove anni dal suo unico, fugace passaggio in libreria, uno dei testi base del nuovo giallo italiano: quel Le zanzare di Zanzibar che rappresentò, appunto nel ’95, il primo successo di Giancarlo Narciso, per i tipi dell’ormai mitica Granata Press di Luigi Bernardi. Chi lo ricorda saprà che si tratta, a onta del titolo autoirridente, di una classica road story, ambientata verso il 1980 su quel percorso messicano tra il Diefe, Puerto Escondido, Oaxaca e San Cristobal (con qualche occasionale puntata ad Atitlan a sud e a nord nel deserto di Catorce) su cui si consumarono, allora, i sogni della “generazione scomparsa”, una specie di luogo ideale dello spirito per i tanti giramondo ansiosi di esorcizzare, tra l’esotismo, la droga e l’avventura, il disincanto di una rivoluzione appena intravista, ma subito efficacemente repressa. All’epoca Le zanzare di Zanzibar fu messo un po’ in ombra dal successo, anche cinematografico, di un altro romanzo legato a quella tematica: Puerto Escondido (1992) di Pino Cacucci, che, pur scritto qualche anno dopo, lo aveva preceduto in libreria. Oggi, depositatosi il polverone ideologico e ristabilitasi una prospettiva più corretta di quella di allora, è possibile leggere l’opera prima di Narciso per quello che, in effetti, è: una splendida storia di avventura, incentrata su un complicato rapporto a tre, in cui al protagonista (il Rodolfo Capitani che abbiamo già ritrovato in Singapore Sling) si affiancano l’inevitabile amico un po’ misterioso e l’altrettanto inevitabile belle dame sans merci, tutti impegnati, dopo qualche schermaglia iniziale, in una specie di illusoria caccia al tesoro ( dato l’ambiente, è un chilo di coca colombiana), in cui ci si impegna – forse – più per fuggire da se stessi che per fare davvero fortuna. Ma visto che con certe cose non si scherza mai, questa discutibile ricerca sarà anche l’occasione, almeno per uno dei tre, per crescere sul piano umano e sentimentale e prendere finalmente in mano il proprio destino. Un libro scritto con mano felice, che si legge davvero di un fiato e che sarebbe stato un peccato lasciare tra i ricordi di novi anni fa. E speriamo che Narciso, che dicono scriva parecchio, ma pubblica davvero poco, forse perché troppo impegnato con i suoi continui viaggi in Indonesia e altrove, ci dia presto quel volume conclusivo della trilogia di Rodolfo Capitani che ci ha promesso da tempo.

    31.05.’04
    Giancarlo Narciso, Le zanzare di Zanzibar (1995), "Le vele" – Fazi Editore, pp. 272, € 16,50