Le incredibili avventure di un autentico cacasotto | Manuel Manzano

Gialloliva | Trasmessa il: 02/23/2009


    L'autentico cacasotto del titolo di questo romanzo, presumibile opera prima di un brillante quarantenne di Saragozza attualmente residente a Barcellona, che di sé, nei risvolti, confessa soltanto di aver fatto, finora, il ghost writer e l'editor e di non andarne particolarmente fiero (e come lo capisco), è indicato, nell'originale, come capitán de las sardinas, ma, per una volta, la traduzione italiana può considerarsi abbastanza appropriata. Di fatto, in tutto il romanzo si respira una certa atmosfera, per così dire, fecale: i personaggi sono caratterizzati da una loro pronunciatissima carnalità, nel senso che oltre a essere brutti, antipatici e indisponenti, sudano, puzzano, emettono rumori sconvenienti e fluidi di vario tipo e fanno del loro meglio, in generale, per disgustare il lettore. Il quale, naturalmente, è tenuto a fare un certo sforzo per capire che il protagonista non è esattamente un autentico cacasotto, un qualsiasi vigliacco congenito: è solo un personaggio a disagio nel mondo, un timido all'ennesima potenza, reso incapace di relazionarsi con gli altri dal ricordo delle innumerevoli vessazioni subite in vita, da quelle che gli toccavano quando, nella sua qualità di bambino più sfigato del paese, era la vittima predestinata del bullismo di tutti gli altri, a quelle che oggi gli infligge la fidanzata Emma, che, ci assicura l'autore, non ha nulla a che fare con Flaubert, ma si rifiuta comunque di continuare i pur soddisfacenti rapporti con lui perché è vittima del politicamente corretto e teme una sua pur improbabilissima volontà di sopraffazione. Il poveraccio è ridotto al momento a fare di mestiere il compilatore di cruciverba, che gli vengono regolarmente rifiutati perché ventitré definizioni su ventiquattro tendono ad avere a che fare con disturbi psichici e la parola ricorrente nei suoi schemi, com'è come non è, è sempre “suicidio” . E si può immaginare cosa succede quando il cammino di costui si incrocia con quello di Gabriel, che oltre a essere un serial killer – ha cominciato la carriera sgozzando la madre, passandola al tritacarne e dandola in pasto al suo stesso chihuahua – è pazzo furioso, ma, essendo anche cieco, è al di là di ogni sospetto da parte della polizia e in particolare del viceispettore Boris Beria Fuensanta, soprannominato “il Russo” per via dei suoi pronunciati convincimenti, uno che si è prefissato, con pieno successo, di diventare il poliziotto più stronzo dell'emisfero nord, “in modo disinteressato e senza distinzioni di sesso o credo politico”. L'interazione tra i tre (e altri minori) non determina una vera e propria trama, ma una specie di caleidoscopio di atti di violenza e crudeltà gratuita, intervallati da aneddoti e rievocazioni sempre di genere disgustoso, in cui sfila un campionario di figure degne del pennello di Hyeronymus Bosch. La quarta di copertina assicura che si tratta di un noir “grottesco, irriverente, delirante, divertentissimo”, ma, forse, divertente non è la parola giusta. Anche la definizione di noir è opinabile e può valere , al massimo, come pretesto: diciamo che si tratta di un'opera francamente disturbante, che dà un quadro desolato dell'umanità contemporanea e non solo nella sua variante spagnola, ma che, assunta nelle giuste condizioni di spirito, riesce a mettere in discussione una quantità di luoghi comuni e di verità ricevute e merita, quindi, assolutamente di essere letta. Il recensore, comunque, non assume responsabilità sulle reazioni di eventuali lettori dallo stomaco delicato.

    23.02.'09
    Manuel Manzano, Le incredibili avventure di un autentico cacasotto (Capitán de las sardinas, 2007), tr. it. di Elisa Demi, Kowalski, pp. 192, € 13,00