L'amore si nutre d'amore | Rosa Mogliasso

Gialloliva | Trasmessa il: 03/21/2011


    Ci eravamo lasciati sfuggire, l'anno scorso, il primo romanzo di Rosa Mogliasso, L'assassino qualcosa lascia, anzi, per essere precisi, a lasciarselo sfuggire ero stato io, che quindi non ve ne ho parlato. Faccio ammenda con questa opera seconda, L'amore si nutre di amore, edita anch'essa nella raffinata collana tascabile della Salani. La Mogliasso, che è di Torino, si iscrive quasi naturalmente nella nobile tradizione della commedia satirica socioculturale subalbina, quella, per intenderci, inaugurata tanti anni con la Donna della domenica di Fruttero & Lucentini e portata avanti in anni più recenti da Margherita Oggero (quando non si lascia tentare dalle sirene televisive). Le sue storie, così, mettono in scena la borghesia bene del capoluogo piemontese, nella sua tipologia riconosciuta, cogliendola in alcune ambientazioni tipo, la Città e la Collina, certo, ma anche la Val di Susa, le Alpi francesi e, nel nostro caso, Montecarlo e altri centri della Costa ligure e provenzale, e identificandola soprattutto attraverso la mimesi linguistica, uno strumento che l'autrice maneggia con rara maestria. Va da sé, che, essendo una delle caratteristiche più tipiche di quel gruppo sociale il fatto che tutti conoscano tutti da almeno sette generazioni, i personaggi si scopriranno collegati l'uno con l'altro dai rapporti più imprevedibili, costituendo nel loro complesso un gruppo chiuso, i cui misteri non saranno tanto facili da penetrare dall'esterno. Così, il commissario Barbara Gillo e il suo vice Peruzzi, credono di indagare sulla scomparsa del giovane Tanzio Accardi, bel ragazzo vagamente scapestrato ma un po' troppo ingenuo, e, in seguito, su quella di Sabrina, consorte abbastanza dissoluta dell'importante banchiere d'affari Trassi, ma, in realtà, sono coinvolti a loro insaputa in un complesso intrigo economico criminale in cui agiscono, con vari ruoli e funzioni, skipper, camerieri, parenti, amiche d'infanzia, familiari e altri ancora, in un inestricabile groviglio di connessioni e tradimenti, ancorché il tutto si possa ricondurre all'attività di una dark lady contemporanea specializzata in traffico di valuta e assistenza all'evasione fiscale. Un brutto affare per Barbara, che non si è ancora rimessa dallo choc subito in seguito all'abbandono da parte del piacente collega Zuccalà, e una bella gatta da pelare per i pezzi grossi della Questura, visto che la banca Trassi amministra non ricordo bene quante centinaia di milioni di dollari in patrimoni privati e il suo titolare non è dunque tipo da prendere alla leggera. L'intrigo, va detto, è tale da far impazzire chiunque: basti dire che quello che tutti tendono a considerare il morto non è morto affatto e che la vera vittima si paleserà per tale verso la metà dell'opera, ma la commissaria sa il fatto suo e nonostante il caldo, le pene d'amore e i consigli sul come affrontarle di una sorella molesta ed emancipata, riuscirà a concentrarsi sul caso quanto basta per ricavarne una soluzione accettabile. Certo, questo non significa che la giustizia trionferà proprio al cento per cento, ma Torino è una città calvinista, in cui la consapevolezza della pervasività del male è un dato di coscienza diffuso, e bisogna sapersi accontentare. Un bel giallo, ben costruito e meglio scritto, divertente, frizzante e – cosa che non guasta – un po' osé. E se a tratti avrete l'impressione che l'autrice vi prenda un po' in giro, non preoccupatevi: fa parte del gioco.
21.03.'11
Rosa Mogliasso, L'amore si nutre d'amore, "Petrolio" – Salani, pp. 265, € 14,00