L'allieva | Alessia Gazzola

Gialloliva | Trasmessa il: 02/14/2011


    Non bisogna mai lasciarsi impressionare dalle fascette. Così, leggendo sulla copertina di questo grosso volume rilegato della “Gaja scienza” Longanesi che la protagonista “Ha studiato da Kay Scarpetta” ed “è irresistibile come Bridget Jones”, ancorché venga “dalla terra di Montalbano”, informazioni rafforzate da uno “strillo” sotto il titolo secondo il quale “è giovane. È brava. Non regge bene le autopsie. Ma ha tutta la morte davanti”, potreste pensare di non sentire alcuna necessità di una variante italiana di quel genere obitoriale che ha reso tristemente famose le varie Patricia Cornwell e Kathy Reichs e lasciare il libro lì dov'è. Ma sarebbe, tutto sommato, un errore. Questa opera prima di Alessia Gazzola, ventinovenne, specializzanda in medicina legale a Messina, ha effettivamente a che fare con autopsie ed esami post mortem di ogni genere, ma riesce a trattare questa lugubre materia senza pagare un eccessivo tributo ai modelli americani del sottogenere, attingendo una sua indiscutibile originalità. Merito, soprattutto, della protagonista, che studia, sì, da medico legale come l'autrice, ma interpreta il suo ruolo con una vivacità e un'umanità che non credo frequente tra le mura degli obitorii. È, costei, il tipo di anatomopatologa pasticciona e distratta, che non ha ancora sviluppato il necessario cinismo di fronte alla professione, che arriva persino a perdere, sia pure provvisoriamente, il corpo che sta scortando in sala dissezione e quindi deve lottare con le unghie e con i denti per la sopravvivenza accademica nell'istituto romano in cui sta facendo la specializzazione, una tipica struttura italiana, in cui regnano favoritismi e nepotismi vari, chi gode di un minimo di potere ha una certa tendenza a dimostrarsi quanto più carogna possibile, i pesci piccoli si fanno la guerra tra loro e quelli che se la passano meglio, in definitiva, sono i cadaveri. Ma è anche una ragazza abbastanza normale, con uno sano senso delle priorità quotidiane e una sua vita da vivere, capace di innamorarsi perdutamente del collega bello o del figlio del primario, sempre disposta a farsi consolare dalle amiche (a partire dalla sua coinquilina, che si chiama Yukino, è giapponese ed è in Italia per motivi di studio) e convinta, in definitiva, che, checché ne dicano gli altri, quella della medicina legale è la sua vera vocazione e che, quando si segue una vocazione, non bisogna mai farsi spaventare da nessuno. Tanto è vero che quando si ritroverà davanti, nel corso di un sopralluogo, al corpo di una ragazza che, per puro caso, aveva conosciuto il giorno prima e che, a quanto sembra, è morta per una overdose, non riuscirà forse a trattare la cosa con la freddezza professionale che i suoi colleghi considerano indispensabile, ma saprà, in compenso, trovare in sé l'energia per seguire le sue intuizioni, rifiutare le soluzioni di comodo, spingere le indagini della polizia su piste imprevedibili e contribuire, tra un casino personale e l'altro, alla risoluzione di quello che si rivelerà per un autentico caso di omicidio.
    Insomma, L'allieva è un buon romanzo di esordio, con un personaggio originale e un approccio altrettanto originale a quella che resta una variante di successo del nostro genere preferito. La scrittura è brillante, a volte anche troppo (si sente il bisogno, ogni tanto, di un minimo di sbiadimento), la trama è ben costruita (forse con qualche squilibrio tra gli elementi gialli e quelli sentimentali) e il tutto è di lettura piacevole, che è poi quello che conta. Benvenuta l'autrice nella categoria e teniamola d'occhio.

    14.02.'11
    Alessia Gazzola, L'allieva, "La gaja scienza" – Longanesi, pp. 374, € 18,60