La vendetta degli innocenti | Gianni Pettenati

Gialloliva | Trasmessa il: 11/03/2008


    Da Gianni Pettenati, che i meno giovani ricorderanno come brillante musicista pop nei ruggenti anni '70, e in particolare come autore di quel Bandiera gialla che, con oltre dieci milioni di dischi venduti, assunse per qualche tempo il ruolo di un vero inno generazionale, non ci saremmo certo aspettati un giallo come La vendetta degli innocenti. Non perché sia così strano che un cantante si cimenti in un thriller: tutti oggi scrivono gialli e poi Guccini ha già aperto la via (e non è stato neanche il solo). Ma, certo, avremmo pensato a qualcosa di più correlato al mondo musicale, che so, a un bel Delitto al Festival di Sanremo, o magari a un Mistero del Cantagiro, nel senso che ciascuno scrive di quello che sa e la tentazione di attingere alla propria esperienza dei retroscena è spesso irresistibile. Invece ci tocca un romanzo in cui la musica è ridotta a puro e discretissimo sottofondo e gli anni '70 sono rivissuti da un punto di vista completamente diverso. Siamo a Piacenza, nel '71, e qualcuno sta ammazzando una serie di anziani capi partigiani locali, lasciando sul loro corpo, come firma, la riproduzione di un distintivo delle Brigate nere repubblichine. Delle indagini si occupa il commissario Stuto, che di quella truce organizzazione ha fatto parte, quando era poco più che un ragazzo, ma a Piacenza è finito in punizione per aver malmenato, a Milano, certi sambabilini ed è malvisto, così, da destra e da sinistra, con particolare riguardo ai vertici della Questura, dove regna il conformismo più desolante.
    Un mistery di provincia con qualche risvolto politico, allora? Be', no. Ai capitoli, diciamo, così, contemporanei se ne alternano altri, che ci riportano al 1944 e raccontano una storiaccia tipica di quegli anni, culminata in una strage di civili compiuta dalle SS in rappresaglia per l'uccisione di due loro compagni d'armi. È evidente che la storia di allora è l'antefatto di quella di oggi e ne spiega le motivazioni, ma i conti non tornano. Se si tratta di una vendetta contro gli autori della rappresaglia, perché a cadere, oggi, sono degli ex partigiani? E se qualcuno ha deciso che la responsabilità è loro, perché mai anche l'ex sottufficiale tedesco che la rappresaglia aveva diretto ci lascia le penne? Insomma, chi si sta vendicando su chi?
    Nonostante l'enigma e le indagini, La vendetta degli innocenti non è un vero e proprio giallo. È un romanzo piuttosto intenso, che ripercorre quelle vecchie vicende da un punto di vista, diciamo così, traversale, senza cedere a nessuna suggestione ideologica. E alla fine i lettori capiranno che quella che gli è stata sottoposta è una storia di grandi passioni, di morte e di vendetta, certo, ma anche di amore e disperazione. Con qualche ingenuità, certo, trattandosi dell'opera prima di chi in vita sua si è occupato di tutt'altro (ma qualcosa, va detto, ha già pubblicato), e qualche violazione delle regole canoniche del genere, ma libera, in compenso, da molti luoghi comuni che affliggono spesso le rievocazioni di questo tipo. Che, lo ammetterete, oggi non è cosa da poco

    10.11.'08
    Gianni Pettenati, La vendetta degli innocenti, "Il mio tempo" – Carte segrete, pp. 166, € 16,50