La vampa di agosto | Andrea Camilleri

Gialloliva | Trasmessa il: 05/11/2006



Si è sempre un filino preoccupati quando si prende in mano un nuovo libro di Andrea Camilleri, specie quando vi è assicurata la presenza del commissario Montalbano.  Non per timore, naturalmente, di dove affrontare del materiale mal scritto o noioso: autore e personaggio sono, per così dire, a prova di sorpresa e continuano a garantire la lettura più piacevole e gratificante che ci si possa augurare.  Il problema, forse, è che qualche sorpresa, ogni tanto, la si gradirebbe.  È da un po’ che il Maestro non ci stupisce come una volta: le sue ultime uscite, con particolare riguardo alle raccolte di racconti pubblicate dalla Mondadori, ma senza escludere i più impegnati romanzi montalbaniani della Sellerio, rappresentano sempre dei notevoli esempi di bella e dilettevole prosa, ma il lettore può aver l’impressione che vi manchi qualcosa: il fascino della novità, quel gusto di dirci qualcosa di inatteso o di imprevedibile, di cui si sostanziavano – per dire – libri come Il cane di terracotta o Il ladro di merendine.  Sarà stato per via delle televisione, non so, ma fino a poco fa Montalbano rischiava di diventare, nel nostro mondo di lettori, una presenza non solo abituale, ma, forse, un po’ troppo abituale.
        Rischiava fino a poco fa, ho detto.  Perché con questa Vampa di agosto l’autore cambia le carte in tavola.  Non solo perché la trama si dipana a partire da una straordinaria trovata grottesca, quella di una doppia casa costruita su due livelli, con una metà ipogea abusiva e abusivamente interrata, ma pronta a tornare alla luce al primo condono edilizio, da cui promana tutta una serie di segnali inquietanti (invasioni quasi bibliche di scarafaggi, di topi, di ragni…) e in cui ha trovato naturale collocazione il delitto.  Ma perché il commissario che su quel delitto deve indagare (con riluttanza, perché si tratta di un atto particolarmente efferato, ai danni di una giovanissima bella e innocente) è un uomo in parte diverso da quello che conosciamo: un Montalbano inquieto, ossessionato dalla consapevolezza di stare invecchiando, stranamente insicuro di sé.  Gli ingredienti narrativi che conosciamo ci sono tutti, l’interminabile tira e molla con Livia, i battibecchi con Fazio, l’insofferenza per la burocrazia e le prassi consolidate, la guerriglia contro i superiori, la crescente complicità con Catarella, le mangiate, le nuotate, le riflessioni sulla verandina a mare…  ma, in questo nuovo contesto, acquistano una pregnanza nuova, una capacità di suggestione imprevista.  È come se quel fastidio per la volgarità del mondo che, da sempre, caratterizza la saga abbia raggiunto una dimensione esistenziale che ne accentua la drammaticità e rende meno efficaci le tecniche fin qui messe in atto per superarlo.  E, in effetti, a fine romanzo Montalbano si ritrova ingannato e in crisi, spoglio del rassicurante sistema delle sue certezze e chissà cosa gli potrà capitare in futuro.  Non lo sa lui, non lo sappiamo noi lettori e probabilmente non lo sa nemmeno Camilleri, ma certo qualcosa è cambiato e tutti ci possiamo aspettare di tutto.  Per intanto, ci è toccato un bellissimo romanzo e scusate se è poco.

11.05.’06

Andrea Camilleri, La vampa di agosto, "La memoria" – Sellerio, pp. 273, € 11,00