La strada della violenza | Mauro Marcialis

Gialloliva | Trasmessa il: 01/22/2007



Reggio nell’Emilia viene considerata, di solito, una tranquilla città di provincia, capoluogo di un prospero territorio agricolo noto per i formaggi pregiati, gli opulenti salumi e un Lambrusco di rara squisitezza, nonché patria di benevoli, ancorché ostinatissimi, Presidenti del Consiglio.  Ma è questione, ovviamente, di punti di vista.  Se ci si pone da quello del noir, come fa Mauro Marcialis, che debutta non ancora trentacinquenne nel genere con questo La strada della violenza (e conosce bene la zona, perché ci lavora come maresciallo della Guardia di Finanza), il quadro cambia come dal giorno alla notte.  Quella paciosa cittadina diventa un inferno di transazioni illecite, appalti truccati, intrecci tra imprenditoria e criminalità, commercio di droga, riciclaggi e simili piacevolezze, un posto in cui tutto è possibile e tutti sanno tutto di tutti, non perché così si usa fare in provincia, ma perché il controllo reciproco, anche a livello “ufficiale”, è un elemento chiave del gioco del potere.  Per cui, se un tipico personaggio negativo, Lorenzo Rollei, sottoufficiale della Finanza corrotto fino la midollo, uso alle mazzette in grande stile e consumatore affezionato delle sostanze più varie, viene incastrato e costretto a collaborare con la Procura, non è affatto detto che questo segni un suo ritorno alla legalità e se un tipico personaggio positivo, Maurizio Ferri, tormentato agente del SISDE sotto copertura, raccoglie e riferisce ogni informazione possibile sul marciume diffuso in città, non si può assolutamente giurare che quei dati saranno utilizzati a fini di giustizia e di ordine pubblico.  Oltretutto, c’è da affrontare un’esplosione di violenza particolarmente brutale, due bambine sono state rapite, stuprate e uccise e i due protagonisti, per quanto incompatibili possano sembrare l’uno con l’altro, si scoprono a essere gli unici che potranno, forse, venire a capo delle indagini relative.  
        Un romanzo a tinte forti, insomma, e, al tempo stesso, un’opera che l’autore ha scelto di caratterizzare soprattutto sul piano della scrittura, con una prosa molto tesa, martellata allo spasimo e senza troppa paura dell’enfasi, e una costruzione della trama in cui l’alternarsi dei punti di vista è portato al limite, in un susseguirsi di quelle che la retorica classica avrebbe definito ipotiposi, come una specie di caleidoscopio noir in cui vengono coinvolti, nei passaggi più esplicitamente violenti, persino gli animali (domestici e selvatici) casualmente presenti alla scena.  Il tutto non manca di efficacia, anche se, secondo me, rischia ogni tanto di sfociare nell’esercizio di stile fine a se stesso.  Il vero motivo d’interesse della Strada della violenza va cercato piuttosto nella capacità di costruire, sul filo di una plausibilità piuttosto rischiosa, una storia “estrema”, che riesce tuttavia a reggere senza sbandate fino allo scioglimento, come a un vero thriller si addice.  Sì, certe soluzioni saranno forse un po’ tirate per i capelli, ma è chiaro che l’autore si sforza di battere delle vie nuove e la ricerca di originalità, in un quadro  ripetitivo come quello della produzione italiana di oggi, non è certo un difetto.

22.01.’07

Mauro Marcialis, La strada della violenza, Colorado noir, pp. 369, € 16,00