La signorina Alda | Gianni Rigamonti

Gialloliva | Trasmessa il: 04/24/2006




La signorina Alda, a dirla in termini correnti, sarebbe un transgender: un uomo che ha rinunciato alla sua identità sessuale per vivere in sembianze femminili.  Ma, a differenze di altre, più note, consorelle, non fa nessuno scandalo: vive, accettata da tutti (o quasi), in un paesino della profonda Lombardia agricola, fa la sarta per signora, confeziona ottime marmellate, racconta bellissime fiabe ai bambini e si tiene rigorosamente lontana dagli uomini: non può frequentarli, come spiega alle amiche, per via di quel suo “difetto” fisico.  Nessuno sa esattamente in seguito a quali circostanze abbia fatto la sua scelta e perché è finita tra le cascine e le nebbie di quell’angolo di Val Padana, ma tutti sono abbastanza sicuri che un suo, pur precario, equilibrio lo abbia raggiunto.  Il che evidentemente non è vero, perché a un certo punto la signorina Alba si uccide.  E il commissario Fontanieri, della questura della città più vicina, se pur non ha dubbi sul fatto che di suicidio si tratta, è costretto, quasi suo malgrado, a indagare sulle motivazioni del tragico gesto.

       Strano giallo, in definitiva, questa Signorina Alda di Gianni Rigamonti.   L’autore non è un romanziere di professione, ma insegna logica all’Università di Palermo, il che può suscitare, a volume ancora da aprire, i più inverecondi sospetti, perché che il giallo sia un genere eminentemente logico lo si dice troppo spesso, anche se non ci credeva, forse, neanche Edgar Allan Poe, e i tentativi di adeguarsi a questo principio sono talvolta imbarazzanti.  Invece no: l’autore, che pure deve essere alla sua prima prova narrativa, non sai perde in divagazioni detettive e si attiene senza la minima sbavatura a quella che è, in definitiva, l’essenza stessa del noir: la capacità di organizzare attorno a un mistero, grande o piccolo  che sia, una descrizione significativa della condizione umana.  Il segreto della signorina Alda e delle due o tre figure che alleviavano, in parte, la sua solitudine è di natura eminentemente privata, ma merita, appunto per questo, di essere indagato e spiegato.  Certo, nel conto va messa qualche (perdonabile) ingenuità: la descrizione del paesino e dei suoi abitanti può sembrare qua e là di maniera e c’è un po’ di buonismo nella caratterizzazione dei rudi villici delle cascine circonvicine, ma è poca roba.  Rigamonti sa bene come va il mondo e lo dimostra con molte altre caratterizzazioni, in particolare inserendo un’ampia divagazione, quasi una trama secondaria, centrata su un crudele intrigo ecclesiastico i cui termini vengono enunciati con rara (e squisita) perfidia.  Perché anche nell’immaginario paesino di Pulengo – che potrete immaginare, se ne sentite la necessità, all’incirca tra Lodi, Crema e Cremona – c’è posto per tutte le contraddizioni e le puttanate che caratterizzano questa nostra discutibile società.   Insomma, un romanzo interessante e spero che non abbiate troppe difficoltà a trovarlo in  libreria.  Al limite potete rivolgervi all’editore,  al sito www.ilpozzodiGiacobbe.it  .


24.04.’06

Gianni Rigamonti, La signorina Alda, "Punto e virgola" – Di Girolamo editore, Trapani, pp. 209, € 16,50