La signorina Alda, a dirla in termini correnti, sarebbe un transgender:
un uomo che ha rinunciato alla sua identità sessuale per vivere in sembianze
femminili. Ma, a differenze di altre, più note, consorelle, non fa
nessuno scandalo: vive, accettata da tutti (o quasi), in un paesino della
profonda Lombardia agricola, fa la sarta per signora, confeziona ottime
marmellate, racconta bellissime fiabe ai bambini e si tiene rigorosamente
lontana dagli uomini: non può frequentarli, come spiega alle amiche, per
via di quel suo “difetto” fisico. Nessuno sa esattamente in seguito
a quali circostanze abbia fatto la sua scelta e perché è finita tra le
cascine e le nebbie di quell’angolo di Val Padana, ma tutti sono abbastanza
sicuri che un suo, pur precario, equilibrio lo abbia raggiunto. Il
che evidentemente non è vero, perché a un certo punto la signorina Alba
si uccide. E il commissario Fontanieri, della questura della città
più vicina, se pur non ha dubbi sul fatto che di suicidio si tratta, è
costretto, quasi suo malgrado, a indagare sulle motivazioni del tragico
gesto.
Strano giallo, in definitiva, questa Signorina
Alda di Gianni Rigamonti. L’autore non è un romanziere di professione,
ma insegna logica all’Università di Palermo, il che può suscitare, a volume
ancora da aprire, i più inverecondi sospetti, perché che il giallo sia
un genere eminentemente logico lo si dice troppo spesso, anche se non ci
credeva, forse, neanche Edgar Allan Poe, e i tentativi di adeguarsi a questo
principio sono talvolta imbarazzanti. Invece no: l’autore, che pure
deve essere alla sua prima prova narrativa, non sai perde in divagazioni
detettive e si attiene senza la minima sbavatura a quella che è, in definitiva,
l’essenza stessa del noir: la capacità di organizzare attorno a un mistero,
grande o piccolo che sia, una descrizione significativa della condizione
umana. Il segreto della signorina Alda e delle due o tre figure che
alleviavano, in parte, la sua solitudine è di natura eminentemente privata,
ma merita, appunto per questo, di essere indagato e spiegato. Certo,
nel conto va messa qualche (perdonabile) ingenuità: la descrizione del
paesino e dei suoi abitanti può sembrare qua e là di maniera e c’è un
po’ di buonismo nella caratterizzazione dei rudi villici delle cascine
circonvicine, ma è poca roba. Rigamonti sa bene come va il mondo
e lo dimostra con molte altre caratterizzazioni, in particolare inserendo
un’ampia divagazione, quasi una trama secondaria, centrata su un crudele
intrigo ecclesiastico i cui termini vengono enunciati con rara (e squisita)
perfidia. Perché anche nell’immaginario paesino di Pulengo – che
potrete immaginare, se ne sentite la necessità, all’incirca tra Lodi,
Crema e Cremona – c’è posto per tutte le contraddizioni e le puttanate
che caratterizzano questa nostra discutibile società. Insomma, un
romanzo interessante e spero che non abbiate troppe difficoltà a trovarlo
in libreria. Al limite potete rivolgervi all’editore, al
sito www.ilpozzodiGiacobbe.it .
24.04.’06
Gianni Rigamonti, La signorina Alda, "Punto e virgola" – Di Girolamo editore, Trapani, pp. 209, € 16,50