La rivincita di Catone il Censore

La caccia | Trasmessa il: 05/31/1998



Alessandro, come noto, sconfisse Persiani e Cesare conquistò Gallie.  Carlo Martello respinse Arabi a Poitiers, Walenstein sbaragliò a Dessau truppe di Lega protestante, Napoleone vinse a Cairo Montenotte, Lodi, Arcore, Rivoli, Austerlitz e altrove, Nelson affondò flotta ispano-francese a Trafalgar, gen. von Moltke debellò Austria e Francia, gen. Togo vinse a Port Arthur, gen. Diaz su Piave, gen. Montgomery at a El Alamein, gen. Dayan in guerra 6 gg.  Eccetera.  Vero che, come avrebbe osservato B. Brecht in sue Domande di 1 lettore operaio, ness1 di costoro fece nulla di tutto qs. da solo e  in genere limitaronosi comandare altri che, at prezzo propria pelle, provvidero at bisogna.  Tuttavia, radicata tradiz. storiografica e ideologia corrente tende assegnare merito di vittorie sopratt. at comandante in capo.  Chi comanda progetta, definisce linee di azione su cui altri muoverannosi, vede operaz. in suo insieme: giusto che successo vada considerato opera sua.

Naturalm. sarebbe giusto che opera sua siano considerate anche sconfitte, e infatti succede anche qs., anche se, come avrete notato, succede + di rado.  Che generale qsiasi sia stato sonoram. sconfitto storia e cronaca affermanolo solo qndo non possono proprio farne a -.  Che Napoleone abbiale prese a Waterloo non negalo ness1, anche xché se no non potrebbesi affermare che ivi vinto Wellington, ma in fondo fu tutta colpa di arrivo imprevisto di truppe di feldmaresciallo Blücher.  Qndo trattasi di prenderle scuse non mancano mai et cmnque qlo di sconfitta est 1 po’ rischio professionale di uomo d’armi et raro che comporti conseguenze gravi x fama e xsino x carriera di interessato.  Dopo battaglia Novara fucilarono gen. Ramorino, ma era individuo particolarm. sfigato e comnque, in suo caso, problema era qlo di negare responsabilità di qc1 altro.

Unica eccez. a me nota a tendenza a personalizzare, con tanto di nome e cognome, vittorie, sconfitte, trionfi e responsabilità militari, finora, era qla rappresentata da M. Porcio Catone detto Censore (234-149 a.C.)  Costui, in polemica con tendenze culturali di tempo, in sue Origines guardavasi bene fare nomi di singoli imperatores e indicavali soltanto con loro funzione: console in carica, tribuno di 3ª legione, magister di flotta u.s.w.  Con che, nisi aliud, ricordavasi a lettori che vincitore agiva in qnto rappresentante di struttura sociale che investitolo di potere e fornitogli mezzi x esercitarlo.  Ma, storiograficam. parlando, qla proposta fu flop pazzesco: Catone ricordato tuttora come specie di eccentrico buzzurro e di sue Origines non restaci neanche riga.  Di fatto che non facessero nomi di generali informaci, in tono di compatimento, solo Plinio Sr. (N.H. 8, 11).

Ma adesso, dopo 2200 anni, a ql grande tornasi rendere giustizia.  Come forse avrete appreso (dico forse, xché giornali at notizia dedicato minimo spazio possib.), qs. settimana stata resta nota relaz. finale di Commiss. incaricata indagare su comportam. truppe italiane in Somalia.  Da certo pdv a Catone, che era noto x rigore con cui esercitò carica di censore, qla relaz. non sarebbe piaciuta: rivela certa tendenza assolutoria, propensione, in mancanza di prove sicuriss. e testimonianze a pr. di bomba, a confinare orrendi fattacci in esame nell’ambito delle pure ipotesi non dimostrate.  Ma non sarò certo io, che afflittovi x otto mesi con mie polemiche garantiste, a lamentarmi di qs.  Fatto che xsino Commiss. Gallo, che cmnque avuto difficoltà mica male in accertare fatti, in senso che Ministero e S.M. habent secretato tutto secretab., testimoni scopertisi afflitti da amnesia grave, somali venuti in Italia a testimoniare scoperto che potevagli capitare finire arrestati x tutt’altre accuse, xsino Commiss. Gallo, dicevo, dovuto ammettere che certo numero di puttanate alcuni ns. compatrioti in armi laggiù in Somalia commessele.  Al- 1 stupro collettivo, pestaggi e arresti arbitrari in quantità, qlche insignificante tortura e comportam. che ufficiali, a qnto pare, consideravano “goliardici” e Commiss., bontà sua, definisce “grossolani”, come “frequente dileggio in cfr. di somali, nonché ostentaz. presso talune unità di simboli e slogan nazisti e fascisti”, che sunt propria bella cosa x esercito di paese democratico.  In generale sembra che indagine abbia “consentito di confermare taluni episodi emblematici di violenza” e di “metterne in evidenza anche taluni prima non segnalati”.   Io qla relaz. non lettola, né credo sarà tanto facile leggerla, ma bastano qs. frasi reticenti e spiccata tendenza di commentatori a mettere mani avanti x farmi pensare che “Missione Ibis” episodio di cui dovremmo tutti vergognarci, 1 offesa at disgraziatiss. popolo somalo che sommasi a molte offese che storicam. Italia già infertogli, a - che vogliate credere at favola x cui colonialismo nazionale laggiù stato pacifico e pacioccone.  D’altronde, libri di storia evitano con cura di parlare di certi episodi, come repressioni ivi compiute in tardi anni ‘20, che xsino Mussolini ebbe, 1 volta, occasione di deplorare.

Sì, ma che c’entra Catone cens.?  C’entra, c’entra, in senso che anche relaz. di Commiss. Gallo, come Origines, non fa nomi di comandanti.   Dice che “responsabilità + gravi sunt emerse a + bassi livelli, con partecipaz. attiva o presenza compiacente e divertita di giovani uffic. e sottuffic. a taluni episodi di violenza”; che alcuni comandanti di compagnia e di battaglione “habent avuto qnto - colpa di non sapere in 1 situaz. operativa e logistica che tenevali a contatto con unità minori” e che, udite udite, “at vertici massimi est mancata capacità di prevedere che certi fatti sarebbero potuti accadere e stati trascurati controlli”.   E, + o -, basta.  Nomi non ne fa.  Magari qche singolo individuo sarà deferito at magistratura civile o a qla militare (che chissà qnto occuperassene, visto atteggiam. che FFAA assunto su questione), ma a responsabilità di alti comandi, rivestiti, come tutti sanno, prima da gen. Bruno Loi e poi da gen. Carmine Fiore, alludesi soltanto senza far nomi.  A generali tocca solo gloria: infamia x qnto commesso da loro truppe non puoteli né develi toccare.  

Be’, che volete che dicavi.  A me, qs. tratto di ipocrisia sembra aumentare turpitudine di intera vicenda.  E non consolami pensare cosa avrebbe fatto a quei generali e a quei commissari inflessib. Catone.
31.05.’98