La regina dei castelli di carta | Stieg Larsson

Gialloliva | Trasmessa il: 02/02/2009


    Si è sempre tentati, di fronte a eventi editoriali così chiaramente “pompati”, come l'uscita di questa terza e ultima parte della trilogia di Stieg Larsson, di mostrarsi un po' più severi del solito, tanto per far capire che una cosa è la critica e un'altra la pubblicità e che il fatto che i tre romanzi, complessivamente, abbiano venduto – come tutti ripetono – la bellezza di otto milioni di copie non è una garanza di eccellenza letteraria. Ma a siffatte tentazione non vale sempre la pena di cedere: La regina dei castelli di carta, che segna la conclusione definitiva (non foss'altro che per la scomparsa dell'autore) delle complicate vicende di Mikael Blomkvist, Lisbeth Salander e gli altri personaggi che ruotano attorno alla rivista “Millennium”, non sarà forse un capolavoro assoluto della narrativa poliziesca, ma è un romanzo di tutto rispetto, che regge senza problemi al confronto con i primi due, e la trilogia nel complesso si rivela come uno dei tentativi più riusciti di piegare le convenzioni e le regole del giallo alle necessità di un moderno romanzo sociale.
    La vicenda ci introduce inopinatamente in medias res, senza le rincorse introduttive che caratterizzavano i due romanzi precedenti, con l'arrivo all'ospedale di Göteborg di Lisbeth, che avevamo lasciato gravemente ferita all'ultima pagina della seconda parte. Se la caverà, grazie all'intervento di un medico di guardia dai nervi saldi e all'occasionale presenza in città di un neurochirurgo di grido, ma si troverà bloccata in una lunga convalescenza ospedaliera, in mano a una polizia tutt'altro che convinta della sua innocenza ed esposta alle trame di quei servizi segreti che, per i motivi ben noti ai lettori, ma non a tutti i personaggi, non possono permettere che la verità venga a galla. È una fortuna che Mikael Blomkvist si renda perfettamente conto del problema e sia in grado di impostare le contromisure necessarie... ma sarà una partita lunga e difficile, irta di mosse e contromosse, per lo meno fino a quando la ragazza riuscirà a prendere lei stessa l'iniziativa e a gettare sulla bilancia il peso delle sue peculiarissime capacità.
    Insomma, dopo la raffinata indagine nel passato di Uomini che odiano le donne e il classico mistery d'azione di La ragazza che giocava col fuoco, Larsson affronta le tematiche e l'atmosfera del romanzo spionistico di denuncia, quello in cui un cittadino innocente si trova costretto a lottare con le unghie e coi denti per sopravvivere alle conseguenze di qualche losco progetto ordito sulla sua testa. È un tema classico, ma affrontato con molta originalità e non solo perché la società svedese di oggi è ben diversa da quella che si riflette nei film di Hitchcock e nei romanzi di LeCarré. L'autore si muove con la tecnica che ormai conosciamo, largheggiando in spiegazioni e costruendo le premesse con apparente lentezza, ma giungendo, poco per volta, a situazioni di tensione estrema, in pagine dalle quali è veramente difficile staccarsi. Può permettersi, così, di inserire una seconda azione quasi del tutto indipendente (le esperienze che fa Erika Berger presso la redazione del grande quotidiano SMP) e di arrischiarsi, nel finale, a mettere in piedi una tipica situazione da legal thriller. Sono due azzardi piuttosto pericolosi, ma è tale il controllo che Larsson esercita sulla sua materia che li supera di slancio. E il critico può chiudere il volume tranquillizzato, perché una trama ben costruita, un ritmo narrativo da manuale e la presenza di un paio di personaggi straordinari bastano e avanzano, per una volta, per giustificare la vendita di otto milioni di copie.
    02.02.'09
    Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta (Luftslotter vom sprängdes), tr. it. di Carmen Giorgetti Cima, "Farfalle" – Marsilio, pp. 857, € 21,50