La ragazza che giocava con il fuoco | Stieg Larsson

Gialloliva | Trasmessa il: 09/29/2008


    Benritrovati a tutti. Il giallo dell'estate, nel senso del maggior successo di critica e – credo – di vendite, è stato un romanzo di cui non avevamo fatto in tempo a occuparci nella rassegna generale estiva, il secondo volume della trilogia di Millennium, che Marsilio ha mandato in libreria ai primi di luglio. Si tratta di un successo pienamente meritato e anche abbastanza facile da capire: Larsson è uno dei non moltissimi autori che dispongono di un autentico stile, sia pure un po' più lento e pacato di quanto gli usi contemporanei richiedano, conosce molto bene, da giornalista d'assalto qual è stato, gli aspetti meno raccomandabili della società svedese e, soprattutto, ha creato una coppia di personaggi assolutamente originali, i protagoniosti del romanzo precedente, Uomini che odiano le donne: Mikael Blomkvist, l'intrepido direttore di una rivista d'inchiesta che non fa sconti a nessuno, e Lisabeth Salander, la piccola, patetica hacker capace di muoversi con assoluta disinvoltura nel mondo della comunicazione elettronica e nel sottomondo criminale urbano, ma incapace di controllare i propri sentimenti e affatto indifesa di fronte a se stessa. Ed è lei, Lisabeth, al centro di questo secondo romanzo, da quando, dopo un anno di lontananza, incrocia nuovamente il proprio destino con quello di Millennium e di Calle Blomkvist e, in seguito a una serie di quelle che sembrano coincidenze (ma non lo sono) sembra venire coinvolta nell'omicidio di due collaboratori della rivista, impegnati in una grande inchiesta sul mondo della prostituzione e i suoi traffici. La natura di questo coinvolgimento, in realtà, non ci è rivelata fino alla fine, ma tutto sembra puntare nella direzione di una sua colpevolezza in prima persona e buona parte del romanzo si impernia sui tentativi della polizia (e non solo della polizia) di metterle le mani addosso. Uno schema, quello dell'innocente ingiustamente accusato dalle circostanze e braccato, allo stesso tempo, dai “buoni” e dai “cattivi”, che il noir conosce assai bene, ma che in questo caso viene radicalmente ribaltato, anche perché i retroscena sono davvero oscuri e sull'innocenza della protagonista si può solo scommettere, senza potersi affidare ad alcuna certezza. Ma il meccanismo della trama è perfetto e i vari pezzi, alla fine delle 750 pagine del romanzo, si ritroveranno ciascuno al suo posto. E non lasciatevi scoraggiare da un inizio piuttosto lento, quasi deludente: Larsson lavora così e bisogna lasciargli il tempo di scaldarsi: il coinvolgimento del lettore cresce impercettibilmente, scena dopo scena, fino a diventare totale. Il successo del giallo scandinavo, si sa, si basa soprattutto sulle sue componenti ideologiche e sociologiche, sulla capacità di quegli autori di mettere a nudo gli aspetti deludenti di un modello di organizzazione civile apparentemente (ma solo apparentemente) perfetto, ma Larsson è un narratore autentico e sa costruire delle vicende perfettamente in grado reggersi da sole.

    29.09.'08
    Stieg Larsson, La ragazza che giocava con il fuoco (Flickan som lekte med elden, 2006), tr. it. di Carmen Giorgetti Cima, "Farfalle / i gialli" – Marsilio, pp.754, € 19, 50