La lista | Michael Connelly

Gialloliva | Trasmessa il: 12/22/2010


    La recente assegnazione a Michael Connelly del Premio Chandler al Noir in Festival di Courmayeur ha coinciso con la pubblicazione in Italia del suo ultimo romanzo (se è l'ultimo, perché sappiamo che la Piemme è usa centellinare i suoi inediti con comprensibile parsimonia). Ed è, come era lecito aspettarsi, un gran bel romanzo, anche se non si tratta, come asserito in fascetta, dell'ultima avventura di Harry Bosch: il protagonista effettivo è Mickey Haller, l' “avvocato di difesa” senza troppi scrupoli che abbiamo conosciuto nell'omonimo romanzo del 2005 (The Lincoln Lawyer nell'originale), un personaggio complesso, che pur muovendosi ai limiti del sottobosco legale è caratterizzato da una sua personalissima dirittura morale e da un interesse sincero per la ricerca della verità. Harry Bosch è presente, ma in secondo piano e in posizione, come dire, antagonistica: sta indagando sull'assassinio di un altro avvocato, i cui casi, in seguito a un vecchio accordo di reciprocità sono stati passati in blocco a Haller, e ha bisogno di tutte le informazioni che l'avvocato della Lincoln, che ha ereditato – tra le altre – la difesa di un magnate di Hollywood accusato del brutale assassinio della moglie e del relativo amante, non può assolutamente passargli, a pena di infrangere il segreto professionale e farsi buttar fuori dalla professione. Ma è evidente che i due casi sono connessi e, dopo qualche falsa partenza, i due troveranno il modo di collaborare proficuamente, scoprendo, alla fine, di avere una visione del mondo abbastanza simile e qualcosa in comune che non avrebbero mai supposto.
    Attenzione. Il fatto che il protagonista sia un avvocato impegnato in una causa non autorizza nessuno a pensare di trovarsi davanti al solito legal thriller. Sì, ci sono un paio di scene di tribunale, che ripropongono alcuni dei soliti ingredienti del sottogenere (la scelta della giuria, un paio di interrogatori incrociati e simili) ma queste cose a Connelly interessano fino a un certo punto. La lista, come tutti i romanzi di questo autore, è soprattutto un romanzo d'azione e d'indagine, che sviluppa una storia straordinariamente tesa attraverso una serie di colpi di scena d'impianto quasi virtuosistico. Come Bosch nei romanzi precedenti, anche Hallerè un solitario che deve sforzarsi di tenere insieme i pezzi di una vita personale e familiare complicata, e di muoversi al tempo stesso lungo un percorso professionale irto di trappole e inganni. Ha dei buoni motivi per credere all'innocenza del suo cliente, non fa molta fatica a smontare le prove accumulate dalla polizia, ma sente che nel caso c'è qualcosa che non funziona e, d'altra parte, il fatto che il suo predecessore ci abbia lasciato la pelle vorrà ben dire qualcosa. In realtà i due protagonisti scopriranno che l'intrigo è molto più aggrovigliato di quanto fosse lecito sospettare e il lettore si confermerà nell'opinione che solo un autore come Connelly può azzardarsi a organizzare delle trame del genere senza inciampare mai in un particolare e mantenendo sempre alto il livello di tensione. La classe, insomma, è la classe.

    20.12.'10
    Michael Connelly, La lista (The Brass Verdict, 2008), tr. it. di Stefano Tettamanti e Giuliana Traverso, Piemme, pp. 419, € 22,00