La lega degli uomini spaventati | Rex Stout

Gialloliva | Trasmessa il: 05/03/2004





Neofiti, nostalgici e cultori dell’età d’oro del giallo accoglieranno con giubilo la ripubblicazione, negli Oscar Mondadori, di un classico di Rex Stout che, salvo errore, non compariva più in libreria da quando era stato incluso in un Omnibus del 1973.  La lega degli uomini spaventati, di fatto, è il secondo romanzo che Stout dedicò ai personaggi di Nero Wolfe e Archie Goodwin e resta, per un motivo o per l’altro, uno dei meno noti.  Sarà perché le figure dei comprimari sono appena abbozzate e quelle dei protagonisti a uno stadio, per così dire, sperimentale, o perché l’autore non aveva ancora messo pienamente a punto quell’impasto irrepetibile di giallo d’azione, detection e humour che avrebbe caratterizzato i suoi successi futuri, ma si tratta di un romanzo che anche gli stoutofili più assatanati riprendono raramente in mano.  Ed è un peccato, perché, a parte l’interesse puramente letterario offerto dalla possibilità di seguire l’evolversi in progress dell’opera di uno dei maestri del genere, questi Wolfe e Goodwin, diciamo così, aurorali sono tutt’altro che da buttar via.  Lo scrittore, evidentemente, nel 1935 pensava a un tipo di giallo più colto, psicologicamente più approfondito e, dal punto di vista dello svolgimento, meno fondato sulla ripetizione di uno schema dato.  In effetti, la trama  della Lega degli uomini spaventati è piuttosto diversa da quelle che seguiranno.  Ma resta, comunque, strepitosa: la storia di come un gruppo di importanti professionisti si faccia ricattare psicologicamente da un vecchio compagno di scuola, un curioso esemplare di scrittore decadente e un po’ perverso, che riesce a sfruttare per oltre vent’anni il loro senso di colpa per uno scherzo finito male è veramente degna di figurare nell’elenco ristretto dei capolavori del mystery e chi non l’ha ancora letta, o se l’è dimenticata, deve assolutamente provvedere.

Un’unica riserva: ci saranno senz’altro degli ottimi motivi, oltre al desiderio di fare economia, se la Mondadori ha ritenuto di ripubblicare il romanzo nella vecchia traduzione del 1937 di Alfredo Pitta: in fondo è anche questo un modo per restituire ai lettori di oggi quel certo sapore d’epoca che male non fa mai.  Ma non si capisce, poi, perché ci si sia dati la pena di affidare a chissà chi una specie di superficiale modernizzazione del testo italiano, sostituendo, per esempio, le forme di cortesia col Voi nel Lei, cambiando qualche espressione idiomatica e operando analoghe modifiche di poco conto.  È un modo di rovinare un testo che aveva una sua dignità (Pitta è stato uno dei pionieri dell’introduzione del giallo in Italia) senza ottenere nessun vero vantaggio.  Ma pazienza.


03.05.’04

Rex Stout, La lega degli uomini spaventati (The League of the Frightened Men, 1935), tr. it. di Alfredo Pitta, "Oscar scrittori del Novecento" – Mondadori, pp. 191, € 7,80