La città perfetta | Angelo Petrella

Gialloliva | Trasmessa il: 12/15/2008


    Senza voler togliere nulla ai meriti di Paola Barbato, che ha vinto il Premio Scerbanenco 2008, sono ancora convinto che l'opera più interessante arrivata in finale a Courmayeur fosse La città perfetta di Angelo Petrella. Al libro è nuociuto, forse, il fatto che, pur essendo un romanzo di strettissima attualità, è uscito nel momento sbagliato: è una storia di Napoli e di camorra, e sa il cielo se l'argomento non è già stato trattato ad abundantiam negli ultimi tempi. Qualcuno potrà aver pensato di trovarsi di fronte a un prodotto derivato, o, peggio, d'imitazione. Nulla di tutto questo, invece: l'autore – napoletano, trentenne, al suo terzo romanzo – affronta la materia da un punto di vista assolutamente originale. Rinuncia all'attualità stretta, ambientando l'azione alla fine degli anni '80 del secolo scorso, in una fase di generale confusione ideologica a livello nazionale (e quindi anche nella camorra, naturalmente) e la articola in tre voci narranti, in tre straordinari personaggi cui corrispondono tre punti di vista contrapposti sulla situazione. Tre e non due, perché oltre a riferire della contrapposizione tra Istituzione Stato e istituzione criminale, il romanzo concede una imprevista apertura di credito alla Utopia, incarnata nel movimento studentesco di quegli anni (gli anni della Pantera, per chi se li ricorda) e oltre alla storia della resistibile ascesa del giovane Sanguetta, destinato a passare dal ruolo di modesto spacciatore di fumo nei quartieri spagnoli ai più alti fastigi criminali, e a quella dell'Americano, poliziotto della Digos tutt'altro che esemplare e anche lui, a suo modo, in carriera, narra di come anche un genuino slancio rivoluzionario possa, in qualche modo, istituzionalizzarsi e giungere a un esito fin troppo prevedibile. Non è tempo di utopie, purtroppo: sono piuttosto gli anni in cui sembra rinnovarsi l'intero ceto dirigente nazionale (sempre compreso, quindi, quello della camorra), ma si tratta, come sappiamo anche troppo bene ex post, di una grottesca parodia di rinnovamento, di una ennesima riproposizione dell'eterno gattopardismo italiano. E siccome il nostro è il paese delle trame, nessuno si stupirà scoprendo come tutta l'operazione, all'insaputa degli stessi protagonisti, sia pilotata dall'esterno e come il personaggio principale sia uno che s'intravede appena ogni tanto e il cui nome, nei rapporti e nelle comunicazioni che ci è dato conoscere, è nascosto dalla inquietante dicitura di “omissis”. Una materia scottante e una tematica complessa, quindi, che Petrella è riuscito a fondere in una narrazione serrata e avvincente, rivelandosi come uno degli autori di noir più brillanti del momento. Come tale lo salutiamo e attendiamo le sue prossime prove.

    15.12.'08
    Angelo Petrella, La città perfetta, "Narratori moderni" – Garzanti, pp. 505, € 17,60