La città buia | Michael Connelly

Gialloliva | Trasmessa il: 11/30/2009


    L'investigatore Hyeronimus “Harry” Bosch – in cui “Harry”, come si sa, è il soprannome – ormai ha cinquantasei anni, è ancora piuttosto in forma, può compiacersi di come i capelli bianchi sulla sua testa non abbiano ancora avuto la meglio su quelli castani ed è tornato a lavorare in un corpo d'élite, la Speciale Omicidi, una sezione indipendente della Polizia di Los Angeles. Dopo l'immane casino del caso Echo Park è restato solo – sono mesi che non rivede l'agente Rachel Walling, dell'FBI – ma riesce a tirare avanti. E non ha certo rinunciato alle sue caratteristiche base, l'ostinazione nel seguire i casi che gli vengono affidati e l'ostinata indipendenza rispetto alla burocrazia del Dipartimento e alle mene politiche che la caratterizzano.
    Con queste premesse è evidente che quando gli toccherà il caso dell'omicidio di un medico uso a trattare il materiale radioattivo impiegato per certe terapie, con relativa scomparsa di una notevole scorta del materiale in questione, né lui né i suoi superiori avranno vita facile. Il furto di quella sostanza fa supporre un pericolo per la sicurezza nazionale, la supposizione comporta l'entrata in campo dell'FBI, nella persona, naturalmente, dell'agente Walling, la sua ex donna, e questo significa che l'autonomia dell'indagine e le scelte operative del protagonista (per non dire della sua serenità sentimentale) saranno messe, more solito, in discussione. E non c'è nulla che irriti Bosch più di questo tipo di interferenze, anche perché i pezzi grossi hanno il potere e i loro problemi di immagine e di competenze, ma nessuno di loro ha l'intuito e l'esperienza che a lui invece permetteranno, dopo una notte di frenetiche indagini, di scoprire la verità a dispetto di tutti e di tutti.
    L'ultimo romanzo di Michael Connelly pubblicato in Italia rinchiude, in un giro di pagine più esiguo di quanto l'autore sia solito mettere a frutto, una storia tesissima, giocata nel pieno rispetto dell'unità di tempo e di azione (e anche di luogo, visto che non si esce mai dallo stesso quartiere di Los Angeles), in cui si dimostra con rigore quasi geometrico quanto siano ingannevoli le premesse di qualsiasi indagine poliziesca, almeno quando l'autore sa il fatto suo. La soluzione è assolutamente classica e forse non è del tutto inaccessibile al lettore attento, ma non è questo che conta, naturalmente, quanto la capacità dell'autore di coinvolgerci una volta di più in una vicenda credibile ed emozionante. E in questo Connelly, come sappiamo, non fallisce mai.
30.11.'09
Michael Connelly, La città buia (The Overlook, 2006), tr. it. di Stefano Tettamanti e Patrizia Traverso, Piemme, pp.233, € 19,50