Inferno 28 | Michelangelo Coviello

Gialloliva | Trasmessa il: 03/08/2010


    Michelangelo Coviello, nel mondo delle lettere milanesi, è noto soprattutto come poeta, ma ha già tre romanzi all'attivo e si è avvicinato almeno una volta al genere noir. Con questo Inferno 28 salta definitivamente il fosso e si cimenta con il thriller vero e proprio. Un thriller, ovviamente, colto e raffinato, in cui molto si parla di poesia e di poeti, a cominciare dal sommo poeta, quel Dante nel cui Inferno si trova il ventottesimo canto che al romanzo dà il titolo. È il canto, come ricorderete, dei seminatori di discordia, di fra Dolcino e di Bertran de Born, che vi spiega la teoria del contrappasso, ma anche quello in cui compaiono le anime di Maometto o di Ali, la cui presenza in quella sede può parer strana a chi consideri l'interesse e il rispetto che l'autore della Commedia ha sempre dimostrato per il mondo e la cultura dell'Islam, nel quale, secondo certe teorie, vanno ricercate le fonti stesse della struttura del suo poema. Del problema viene investito un intellettuale milanese, Carlo Montero, docente di scrittura creativa, collaboratore di riviste e autore di libri gialli, che in passato ha rovinato la sua carriera universitaria per aver imprudentemente aderito a quelle teorie quando era meglio non farlo, ma adesso sta tornando in pista e riceve inopinatamente un bonifico di ventottomila euro per fare... per fare non si sa cosa, visto che il mittente, che è nientepopodimeno che il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, è stato trovato assassinato nel suo studio, con il classico tagliacarte conficcato nelle frattaglie. Si sa solo che l'incarico è legato a un certo manoscritto trecentesco di Dante, che la vittima ha affidato a un amico, l'Imam della Moschea di Roma (!), ed è concupito da tale monsignor Gatti, gesuita, che presso la curia romana riveste una carica imprecisata, ma molto, molto importante. E con l'aiuto non disinteressato di una stretta collaboratrice del defunto, la dottoressa Rosita Mary, il nostro eroe giungerà a realizzare la sua missione. O forse no, perché il finale capovolge quasi tutte le aspettative del lettore e dei personaggi, secondo il più classico schema del giallo scientifico. Genere cui, peraltro, Inferno 28 non appartiene, trattandosi di un pastiche avventuroso erudito, che affianca a un intrigo contemporaneo un mistero ambientato nel XIV secolo e prende amabilmente in giro la moda del romanzo esoterico alla Codice da Vinci. Ma i personaggi sono simpatici, la scrittura raffinata, la lettura piacevole e, in definitiva, cosa potreste volere di più?
08.03.'10
Michelangelo Coviello, Inferno 28, "Contemporanea" – edizioni "La vita felice", pp. 161, € 14,50